L’artista venezuelano
Luis Molina-Pantin (Ginevra, 1969; vive a Caracas e Milano) ha uno sguardo sulla realtà sia da entomologo che da antropologo. Due figure che convivono in lui per la fenomenologia che viene messa in campo quando si occupa di qualcosa riguardante la società.
In questa mostra, la sua ricerca si è concentrata su una delle tante crociere che la compagnia
Royal Caraibbean Cruise Line, titolo anche della mostra, organizza per i turisti. Lo stesso Molina-Pantin si è imbarcato e ha intrapreso un viaggio-tipo per vivere quest’esperienza e ha realizzato una serie di immagini fotografiche e due video, che riproducono alcuni aspetti, sia di vita, sia dei luoghi, che fanno parte di un viaggio di questo genere.
Ha osservato come si trascorre il tempo e come si vive in uno spazio organizzato, in una specie di città galleggiante in viaggio per giorni e giorni in luoghi esotici di grande bellezza. Certo è che gli scatti realizzati riportano la condizione di un benessere artificiale e ridondante in spazi dove è impossibile non essere soddisfatti nella spasmodica ricerca di divertimento. Dalle piste ciclabili sul ponte alle sale giochi, dalle palestre agli scorci dei vari interni, superbamente arredati.
Si percepisce così il modus vivendi dell’uomo contemporaneo, che vuole soddisfare il proprio gusto in qualunque posto del mondo vada. Qui non c’è una distinzione di classe, tutti hanno la possibilità di vivere l’esperienza, almeno una volta nella vita; ma sappiamo che sarebbe soltanto una mimesi, una ripetizione artificiale, come lo sono i video proposti in loop e pensati per ripetere all’infinito situazioni, esterne e interne, della crociera.
Le immagini di Molina-Pantin, con grande pulizia, chiarezza e semplicità delineano, senza distacco né partecipazione, il frutto di una ricerca sul campo di questi parchi del divertimento contemporanei, sia mobili che stabili, che sempre più hanno preso il sopravvento nei desideri della gente comune. Tutto è artificiale e simile in qualunque luogo, perché la maggior parte del tempo il passeggero lo trascorre in questa condizione plastificata. È il non-luogo per eccellenza, quello che determina la condizione di vita in uno spazio senza tempo, che non è il risultato di un’astrazione, ma di una full immersion nella società dello spettacolo generalizzato.
La spettacolarizzazione attraversa e coinvolge anche i viaggi. I luoghi geografici, dove le condizioni naturali sarebbero sufficientemente piacevoli, sono offerti come prodotti surrogati, perché l’uomo contemporaneo non riesce più a vivere altrimenti. Una delle immagini più significative è infatti quella in cui si vede l’enorme nave ancorata in una baia: di spalle, alcuni turisti in spiaggia si godono il sole. I passeggeri sono lontani dalla loro città galleggiante e possono vivere il mondo naturale solo per qualche momento.
Molina-Pantin mostra tutto questo senza una denuncia, senza un compiacimento, ma come un dato ormai assodato.