Per chi ancora non avesse visto la mostra-evento dedicata alla
Parola nell’arte, l’occasione di una visita a Rovereto si fa ancor più ghiotta. A corredo della mostra è stata infatti esposta, negli spazi attigui alla biblioteca del museo, una piccola selezione della ricca e recente donazione di libri d’artista Scheiwiller, appartenuti a Alina Kalczynska, moglie del celebre Vanni Scheiwiller (1934-1999).
Non chiamateli libri, perché i volumi usciti dai torchi di questo singolare editore non vanno solo letti, ma anche guardati e accarezzati. Con fascino zen, si propongono all’amatore in un piccolo, inconfondibile formato, dovuto inizialmente a semplici ragioni economiche. Le pagine segnate dall’inchiostro lasciano trasparire una qualità che non lascia nulla al caso, dallo spessore della carta allo studio del
lettering. E poi il vezzo d’altri tempi per la tiratura limitata, a sottolineare un gusto per la bellezza tutt’altro che per facili palati. Preziosismi che toccano il loro massimo grado nelle tirature d’amatore, impresse in poche decine di esemplari e contenenti una o più opere grafiche originali (ma anche disegni e perfino piccole sculture) di alcuni dei più importanti artisti italiani, e non solo.
Non occorre dunque essere bibliofili incalliti per apprezzare questo microcosmo teso fra arte e letteratura, capace di proporre al contempo scritti inediti di Montale, Rebora e Pound, accanto a grafiche di
Crali,
Morlotti e
Tàpies.
Per Vanni Scheiwiller, l’editoria artistica fu inizialmente una questione di famiglia. Da un’idea del padre Giovanni nacquero infatti le celebri collane di piccole monografie
Arte Moderna Italiana e
Arte Moderna Straniera, nonché i primi volumetti della preziosa serie
All’Insegna del Pesce d’Oro, il cui nome fu ispirato da una trattoria milanese ove l’editore era solito incontrarsi con personaggi del calibro di Melotti, Cantatore e Quasimodo. Vanni trasformò quello che per il padre era un felice hobby in un lavoro febbrile e senza sonno, che lo portò a pubblicare, in quarantotto anni d’attività, oltre tremila titoli.
Il primo libro d’artista Vanni lo pubblicò nel 1953, quando aveva solo 19 anni:
Addio ai sogni di
Luigi Bartolini, ornato da sei acqueforti dello stesso scrittore-incisore e tirato in 85 esemplari. Da allora, l’elenco degli artisti che presero parte all’avventura di questa piccola, deliziosa casa editrice a conduzione famigliare furono innumerevoli: da
Gentilini a
Balestrini, da
Manzoni a
Guidi, da
Maccari a
Fontana.
Interessante è notare la genesi delle singole opere, leggibile grazie alle carte d’archivio, in parte poste in appendice al catalogo ragionato dei libri d’artista di Vanni Scheiwiller, recentemente pubblicato dal Mart. Così, se nella maggior parte dei casi è l’opera grafica che s’ispira al testo letterario, per talune opere il procedimento è inverso, come nel caso di
Sulla spiaggia (1972) di Giovanni Comisso, accompagnato da sei acqueforti di
Walter Piacesi.