È il Kunstverein Medienturm di Graz ad aver concepito il progetto espositivo
Abstracs of Syn. L’istituzione austriaca è nata come piattaforma per la promozione e l’analisi dello stretto rapporto tra nuovi media e arti visive, e in Italia presenta una selezione di una ventina di giovani artisti che lavorano in questa direzione e che ruotano attorno al mondo tedesco, anche quando sono nati a Bogotà o Tolosa, come nel caso di
Andrei Ramirez Gaviria e
Nicolas Jasmin.
La mostra si divide in due blocchi: una parte installativa e una parte di archiviazione di opere video, che vengono anche prodotte da Medienturm in edizioni per la distribuzione. In un loop continuo è installata su schermo la nuova opera
v>c di
Tomas Eller, che per l’occasione presenta anche il suo nuovo catalogo personale. Se nelle sue opere è sempre presente l’idea di velocità, qui a dominare è la lentezza, ma rimangono le sensazioni di sforzo, di resistenza, di attrito suscitate da un corpo che striscia e si muove con difficoltà dentro un tubo, ampio ma buio. Tanto che la sua sagoma si fonde col nero profondo e diventa una forma astratta.
Penetra nel nero di un buco attraverso una lenta zoomata anche la telecamera diretta da
Nicolas Jasmin, mentre candido è il cappello che rompe il buio dell’altra sua proiezione per cadere a terra con sordo e ripetuto tonfo. Il riferimento all’astrazione ritorna nel titolo dell’opera di
Axel Stockburger, che mixa in un velocissimo slide show una miriade di simboli raccolti dalla rete: dalla croce alla bandiera americana, dal Che a Buddha.
La sezione di archiviazione permette invece di scegliere le opere da vedere a schermo fra una lista di venti titoli, tutti caratterizzati da un uso dei mezzi video e audio non narrativo, ma volto alla costruzione di un nuovo paesaggio visivo. Lo fa l’austriaca
Lia, che in un’elaborazione digitale ripete e muove all’infinito su fondo nero due semicerchi bianchi come simboli di parentesi, e lascia sovrapporre continue tracce sul nero.
Una lotta veloce tra bianco e nero è anche quella immortalata da
Dariusz Kowalski, che in una ripresa fissa mostra i cambiamenti di una tratto stradale fra luce buio, e fra la neve e il suo scioglimento. Il tutto è un rapido cambiare senza stacchi della camera, senza soluzione di continuità.