Categorie: venezia

Buon lavoro, Biennale

di - 7 Marzo 2005

Roma, complesso del S. Michele a Ripa. Ascensore ministeriale fino alla Sala dello Stenditoio –grande e gremita com’è giusto che sia– ed eccoci alla presentazione della 51. Esposizione Internazionale d’Arte de La Biennale di Venezia.
Smilza la cartella stampa. Diamo giusto uno sguardo: poche pagine e un menù di nomi d’artisti messi in fila per due. Con l’immagine di uno strano motore, invecchiato ma verde, e uno slogan semplice semplice (Genio perpetuo) ad evocare centodieci anni di storia e, insieme, a guardare avanti.
Ma non c’è tempo per abbassare gli occhi. La curiosità è tutta per loro, le puntualissime María de Corral da Madrid e Rosa Martínez da Barcellona, le prime donne a dirigere la Biennale, sedute fianco a fianco tra Davide Croff (Presidente della Fondazione) e Pio Baldi (Direttore Generale DARC).
Flash di rito, compostezza, sorrisi (tutti della catalana; più austera, come da copione, la madrilena), e via con l’intervento del Presidente, che fa gli onori di casa mentre snocciola numeri da brividi (73 i Paesi partecipanti, con new entry come Albania, Afghanistan e Marocco, nonché –notizia scontata eppure dell’ultim’ora– Cina). Finendo per rivendicare sia la novità di una visione finalmente pluriennale (nominato con largo anticipo il Direttore per la Biennale del 2007, Robert Storr, già attivo dal prossimo dicembre con un “Simposio”), sia il recupero di una vocazione di committenza vera e propria. Che dire? Staremo a vedere.
Prende la parola la Martínez, occhi neri e piglio mediterraneo. La sua mostra intende indagare il prossimo futuro e s’intitola, citando apertamente Hugo Pratt, Sempre un po’ più lontano. Così, si mette a parlare dello scrittore e disegnatore di fumetti veneziano, paragonando la figura dell’artista –la storiella è in Corto Maltese– a quel bambino che, scopertosi privo della “linea del destino” nel palmo della mano, decide di tracciarsela da sé con la lametta. Le tocca l’Arsenale. Continua a sorridere ma non scopre le carte, neanche adesso. “Diamo i nomi ma non i dettagli”, tuona. Incalzata in disparte, finisce per confessare quanto meno la sua indifferenza per la scelta del medium. Mica poco, a pensarci. E a noi piace così: cosa costa immaginarla spregiudicata fino in fondo?

L’altra mostra, L’esperienza dell’arte, la firma María de Corral al Padiglione Italia. Parla un buon italiano e afferma –riesumando un’espressione talmente desueta da apparire nuova– che al cuore del suo intervento c’è solo e soltanto “l’opera d’arte”: vista, amata e selezionata “una per una”. Alla faccia, verrebbe da dire. “Intensità e non categorie”, dal 1970 ad oggi ed oltre, da Francis Bacon e Donald Judd fino a più di un giovanissimo. “Non un modello falso di universalità ma compagni di viaggio, del passato e per il futuro”. “Il mio sogno”, aggiunge candidamente, “è che si abbia voglia di tornare”.
A seguire, tormentone Italia sì-Italia no. Con l’uditorio che borbotta (“Possibile che nel padiglione Italia ci sia un solo artista italiano?”, anche se in realtà sono in due), le curatrici che non fanno una piega (“Non applichiamo quote di partecipazione, facciamo due mostre internazionali”), l’istituzione che rassicura (“Tranquilli, stiamo pensando ad un vero e proprio ‘padiglione italiano’”). Insomma, l’accusa è sempre quella: dal troppo al troppo poco. Ma anche questa è storia. Buon lavoro, Biennale.

pericle guaglianone

LE MOSTRE
Eccoli, nomi e cognomi delle due mostre che compongono la 51^ Biennale di Venezia. Più, di seguito, tutti gli eventi collaterali.

L’ESPERIENZA DELL’ARTE
a cura di María de Corral
(Padiglione Italia)
artisti Eija-Liisa Ahtila, Vasco Araújo, Francis Bacon, Miroslaw Balka, Andrea Blum, Monica Bonvicini, Candice Breitz, Tania Bruguera, Chen Chieh-jen, Josè Damasceno, Tacita Dean, Willie Doherty, Stan Douglas, Marlene Dumas, Leandro Erlich, Bernard Frize, Dan Graham, Philip Guston, Jenny Holzer, Donald Judd, William Kentridge, Barbara Kruger, Maider López, João Louro, Jorge Macchi, Agnes Martin, Cildo Meireles, Zwelethu Mthethwa, Juan Muñoz, Bruce Nauman, Gabriel Orozco, Perejaume, Rhode Robin, Thomas Ruff, Thomas Shütte, Antoni Tàpies, Juan Uslè, Francesco Vezzoli, Mark Wallinger, Matthias Weischer, Rachel Whiteread, Jun Yang.

SEMPRE UN PO’ PIU’ LONTANO
a cura di Rosa Marinez
(Arsenale)
artisti Pilar Albarracín, Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla, Ghada Amer, Micol Assael, Samuel Beckett, Laura Belém, Semiha Berksoy, Blue Notes, John Bock, Louise Bourgeois, Leugh Bowery, Christoph Bϋchel e Gianni Motti, Donna Conlon, Stephen Dean, Jimmie Durham, Olafur Eliasson, Bruna Esposito, Regina José Galindo, Carlos Garaicoa, Cristina García Rodero, Subodh Gupta, Mona Hatoum, Diango Hernandez, María Teresa Hincapiè de Zuluaga, Runa Islam, Emily Jacir, Guerrilla Girls, Kimsooja, Rem Koolhas, Oleg Kulik, MoAA, Mariko Mori, Nikos Navridis, Rivane Neuenschwander, Jun Nguyen-Hatsushiba, Olaf Nicolai, Adrian Paci, Bϋlent Şangar, Gregor Schneider, Berni Searle, Santiago Sierra, Shazia Sikander, Valeska Soares, Kidlat Tahimik, Pascale Marthine Tayou, The Centre of Attention, Paloma Varga Weisz, Joana Vasconcelos, Sergio Vega.


TUTTE LE MOSTRE A LATERE

L’ELENCO COMPLETO DELLE PARTECIPAZIONI NAZIONALI


L’esperienza dell’arte – Sempre un po’ più lontano
Venezia, Giardini della Biennale – Arsenale
Direzione: María de Corral e Rosa Martínez
Apertura al pubblico dal 12 giugno al 6 novembre 2005
www.labiennale.org


[exibart]

Visualizza commenti

  • Quanto scritto da Loi è sacrosanto. Forse alcuni più giovani non conoscono bene le vicende degli ultimi vent'anni. La visibilità di Beatrice è dovuta al suo essere funzionale alla degenerazione del sistema, che ha tentato di emarginare i pochi, critici ed artisti, onesti e motivati. Poi non capisco come mai dopo avere, fino a poco tempo fa, proclamato di essere interessato solo al rapporto con i privati, come è giusto sia data la sua storia, se la prenda tanto per vicende come questa, abbastanza scontate nel loro periodico manifestarsi.

  • se la prende perchè lui è nato gobbo!!

    MA FAMMI IL PIACERE,FAI RIDERE BEATRICE SOLO PER QUELLA STRONZATA!!

  • Ma che cazzo state a dì?...La Biennale d'Arte di Venezia è internazionale o no? E allora che c'entra questa diatriba inutile e banale pro o contro i critici italiani? Alla stessa tregua dei tifosi fanatici di calcio. Mica stiamo assistendo ad una partita della nazionale italiana? Sarebbe comprensibile. Questo è provincialismo ragazzi...Svegliatevi, scrollatevi di dosso le scorie che ci regala questa Italia ufficiale del mondo dell'arte. L'Italia non è ben rappresentata? Vuol dire che attualmente in Italia non si racconta nulla di buono. Vuol dire che l'Italia non è al passo con gli altri paesi che sono maggiormente rappresentati. Su non offendiamoci, con questo falso orgoglio italico del cazzo. Tutta colpa di Berlusconi? Non credo. Il guaio siete voi...senza una personalità e un cervello cosmopolita...

  • LA COLPA è DI LUCA BEATRICE CHE CI PROPINA SPESSO ...CAPPELLATE GROSSE COME IL CAMPANILE SAN MARCO!

  • Comunque la storia degli italiani in biennale è vecchia come la biennale. Se andiamo a vedere gli artisti inutili che l'han fatta, e anche più volte... Meteore, anche recenti. Qualcuno si ricorda della bella favola di Alessandra Ariatti? Biennale, Villa Manin (sempre Bonami) e poi? Nulla, neanche fosse Tiziana Rivale o i Jalisse. Almeno un reality potevano farglielo fare. E se non sbaglio una delle opere in Biennale è in vendita on-line sul sito della Nuova Artesegno di Udine http://www.artesegno.com/pgs_Operas/opr_Artist.asp?ID=243#

  • sul tema che Betrice, messo sia lui, curi (o scriva testi critici)indiscriminatamente qualsiasi cosa gli venga proposta non v'è dubbio. cio' non toglie che vi sia in essere un'operazione autoreferenziale sull'arte italiana. da una parte la kauffan e noero, dall'altra de carlo, minini e cio' che resta di guenzani...non è pensabile che gli artisti scelti nelle ultime edizioni della biennale (ma vedasi anche san paolo, manifesta, documenta, senza toccare rivoli...) provengano solo e soltanto da 4 o cinque gallerie. il tema si pone. è o non è un caso che molti dei galleristi sovracitati siano parte di comitati delle maggiori fiere internazionali? e magari siano i primi ad accaparrarsi gli statement delle manifestazioni da loro stessi selezionati? exibart? è già il luogo dove molti trovano l'unico spazio per dire la propria in un panorama dove dovremmo batter solo le mani ai soliti noti.
    l'ultima incongruenza sta in flash art che a parole deplora l'operato di alcuni galleristi, nei fatti dedica copertine solamente agli stessi artisti di quelle gallerie che spesso critica. beatrice o non beatrice, la situazione è lucidamente viziata

  • e bravo cotifava, finalmente un'analisi lucida della situazione, il nostro Beatrice è utile come una teiera di cioccolato, ma con tutti i suoi difetti il suo intervento all'inizio di questo dibattito è sacrosanto.

  • 'anvedi cocifava. Centro spaccato. Fa piacere sapere che il mondo non è pieno solo di creduloni che si bevono tutto come fosse acqua fresca.

  • prendete l'esempio della settimana torinese successiva alla chiusura di arte fiera a bologna. inaugurano GAM e Sandretto, a distanza di 3 giorni, rispettivamente con bartolini e perrone, guarda caso, toh, entrambi di De Carlo. e quest'ultimo che circola tutto contento per le sale dei due musei...

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