Hugo Pratt è uno dei massimi esponenti della scuola di
illustrazione italiana, anche se forse non è ancora conclusa la pratica che dovrebbe portare il maestro ad assurgere nell’olimpo degli esponenti della grande arte figurativa mondiale.
Alla Pescheria Nuova sono esposti acquerelli e inchiostri, tra cui quelli di quattro storie argentine, inedite per l’Europa, che rappresentano un po’il pezzo forte della mostra, inserita nel quadro più generale della tradizionale rassegna del Lendicomics Club rodigino.
Senza dubbio, negli ultimi anni, il fumetto ha vissuto una grande riscoperta, anche in relazione al grande successo dei Manga giapponesi che hanno provocato questo spostamento dell’opinione comune, che fino a poco tempo fa considerava il fumetto per adulti una lettura “leggera”, di scarso impegno intellettuale, verso un’idea più consona alla qualità grafica e tematica di certa parte dell’opera fumettistica, fino ad inaugurare la stagione delle “storie
illustrate per adulti”.
Né Tex o Zagor né i grandi fumetti americani, dal dopo guerra in avanti, erano riusciti a creare tanto colto interesse verso questa forma d’arte; vi è riuscita la società giapponese, non solo creando epigoni in chi ha intrapreso la filosofia di quel genere letterario-figurativo in Europa o in America, ma anche influenzando l’arte contemporanea, che spesso tradisce il richiamo alla veloce scansione ritmica del fumetto, imitandone i risultati grafici con le tecnologie moderne o con l’utilizzo dell’effetto patinato reso dalla tecnica fotografica (si pensi a Mariko Mori).
D’altro canto la stessa pop art americana si nutrì abbondantemente delle ben note “strisce”, ma caricandole di significati simbolici, utilizzandole come strumento significante della società e della condizione umana.
In questo contesto Pratt si può considerare come colui che è riuscito a far sopravvivere nell’epoca contemporanea il grande spirito del romanzo avventuroso, da Stevenson, a Conrad, da London a Verne fino a Salgari.
Pratt ha coltivato in noi tutti il naturale bisogno di conoscenza per l’ignoto,della scoperta della natura e dell’osservazione dell’uomo.
Il disegno, il sensibile fluire dei colori, il loro mescolamento raffinato nient’affatto casuale, bensì versato sapientemente a scivolare attraverso l’occhio del più profondo dell’animo, spandendosi lentamente: con questa
tecnica gli acquerelli di Pratt creano la medesima suggestione che un tempo si sarebbe attribuito al senso dell’ordine supremo della Natura nel suo apparente disordine.
Il mondo di Corto Maltese non appartiene al fumetto americano né a quello giapponese ma, in un certo senso, li sublima, li sintetizza in una rappresentazione metafisica della natura che è espressione della ricerca del senso della vita, del peregrinare continuo, del bisogno vitale dell’uomo del viaggio, come strumento di conoscenza di sé.
Alfredo Sigolo
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