La mostra si inserisce nellâambito della programmazione culturale ed espositiva della Fondazione Bevilacqua La Masa come un momento di approfondimento dellâesperienza artistica di un artista che dagli anni â70 si presenta come una delle piĂš interessanti del panorama artistico contemporaneo.
Nata in Sud Africa nel 1929 dopo gli studi compiuti a Cape Town, a Londra e Firenze Yasmin inizia a dedicarsi ad un genere di pittura astratta caratterizzata dallâuso di un colore raffinato e prezioso che anima le forme astratte donando loro una vita intensa, una preziosa eleganza estetica ma soprattutto un magico equilibrio formale. Nella tecnica usata per le sue tele, dove i pigmenti cromatici sono impastati con tuorlo dâuovo, si svela la matrice colta dellâartista, che nel corso della propria avventura artistica ha mantenuto un approccio tecnico di stampo rinascimentale che si ritrova anche nella raffinata cura e nellâattenzione dedicata al manufatto cartaceo, al libro dâartista che tanta importanza ha avuto ed ha tuttora nella sua ricerca artistica.
Lâomaggio che la Fondazione Bevilacqua La Masa intende dedicare a Yasmin Brandolini dâAdda mira proprio a valorizzare lâoriginalitĂ della ricerca dellâartista e quella dimensione onirica che caratterizza un personalissimo universo segreto fatto di colori e di forme astratte, un mondo percorso da una luce particolare, quasi metafisica.
La mostra quindi come occasione per avvicinarsi alla personalitĂ di unâ artista che nelle tele, nelle preziose carte e nei libri ha saputo tradurre con accento originale, un equilibrio formale ed estetico attraverso la valorizzazione della non comune appartenenza ad un territorio misterioso e poetico.
Le 30 opere pittoriche presenti in mostra, alcune realizzate proprio per lâoccasione espositiva veneziana ed i libri dâartista â segnaliamo fra gli altri le preziose edizioni Pulcinoelefante â contribuiscono a creare un percorso quasi magico ââŚQuello che differenzia questa pittura, spesso impostata sopra una unica tonalitĂ cromatica, dai troppi dipinti monocromi che di recente ci sono giunti dallâUSA e che ci deludono per la loro incredibile monotonia è il suo essere quasi sempre intenzionalmente non figurativa, ma di avere al tempo stesso conservata â o reinventata â quella ânaturalitĂ â che non dovrebbe mai mancare nellâarte di ogni tempo: una naturalitĂ resa possibile dalla vivacizzazione del colore attraverso la lucentezza filtrata dallâinterno stesso del dipintoâ Gillo Dorfles
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