04 luglio 2011

Fate l’arte, non fate la guerra!

 
Il mondo è afflitto da disastri ambientali, guerre, povertà, disoccupazione… Insieme a moltissime persone appartenenti alle diverse nazioni dell’ovest e dell’est, del sud e del nord del mondo, se ne devono essere accorti anche i commissari e i curatori di numerosi padiglioni internazionali della 54esima edizione della Biennale di Venezia. I temi della difesa ambientale e gli argomenti socio-politici, infatti, sono tra i più diffusi e sentiti...

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Nell’immaginario degli addetti ai lavori e degli appassionati d’arte, la Biennale di Venezia è la madre di tutte le mostre, catalogo vivente delle idee e fonte di ispirazione per gli artisti di tutto il mondo. Inutile negare la verità di quest’assioma, tuttavia, il 2011 ci presenta una Biennale che da madre si fa sorella maggiore emancipata, cioè libera e trasgressiva quel tanto che basta per piacere agli spiriti liberi, ma anche ai conservatori. Innovazione, sentimenti profondi e decisi. Senso della storia.

Come sostiene Bice Curiger, la direttrice dell’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia “… l’arte riesce a darci un accesso ai problemi più complessi, alle cause dei cambiamenti storici e sociali: il visitatore deve saper guardare con attenzione le opere e solo allora lo capirà. Lo si vede anche nei padiglioni nazionali: l’arte può aiutarci a comprendere una realtà più profonda, cosa che non si può fare se ci si limita ad attingere ai media”.

Oltre alle idee, ecco farsi avanti il mito, il racconto biblico, l’apparentamento con la letteratura e i suoi riferimenti, l’ironia, la suggestione, in un abbraccio reale con la tradizione più classica e antica.  Ed è così che i piccioni di Maurizio Cattelan (Padova, 1960), dall’alto, osservano ciò che avviene nei padiglioni sottostanti, come la presenza poderosa delle opere di Tintoretto (Venezia, 1518-1594). Peccato che gli animalisti non abbiano gradito i volatili imbalsamati, comunque realizzati precedentemente. L’aria che si respira è quella del turismo veneziano, in una città circondata dai colombi di San Marco, come avviene nella quotidianità.

Gli animali la fanno da padrone: al centro dell’Arsenale, Loris Gréaud (1979) espone una balena bianca (The Geppetto experience). Siamo subito catapultati nel mito letterario di Moby Dick, ma anche in quello di Pinocchio, il racconto italiano più conosciuto al mondo. E che dire dell’aggancio biblico di Giona inghiottito dal grande animale marino, e poi tornato a vivere rinnovato e saldo nelle sue decisioni? Un po’ irridente ma via…: tre piccioni con una balena. Emozionante e commovente. L’enorme cetaceo del buon vecchio Geppetto muove le corde del cuore e del sogno, fino a giungere al mito della caverna, com’è giusto che sia.

Maurizio Cattelan Others, 2011. Taxidermized pigeons 54th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia Photo: Francesco Galli Courtesy of la Biennale di Venezia

Un altro animale: l’uccello vampiro, di cui si narra nei canti popolari Xhosa, simulacro forse dell’apartheid e dell’AIDS in Africa, realizzato con materiale di riciclo, stracci compresi, accompagnato dalla voce dell’autore (Nicholas Hlobo (Città del Capo, 1975), che canta un inno tribale sudafricano. Si vuole esorcizzare la paura di vivere in un mondo complicato, si dice, tuttavia lo spettatore resta come annichilito, pensieroso, turbato.

Parlano di uomo e natura questi animali, di rapporto privilegiato con l’ambiente e tutte le sue creature. In modo laico, certamente, vicino al sentire del mondo giovanile, che comincia seriamente a rifiutare l’egemonia del profitto a tutti i costi.

Novità anche al Padiglione Americano. La statunitense Jennifer Allora (Filadelfia, 1974) e il cubano Guillermo Calzadilla (Havana, 1971) firmano il padiglione con l’Indianapolis Museum of Art dal titolo particolarmente evocativo: Gloria. I due collaborano dal 1995, formando un collettivo di artisti a Portorico. E’ da pochi anni che il loro lavoro vanta esposizioni internazionali, dal MoMA di New York (2010), al Kunstmuseum Krefeld e Museum Haus Esters di Krefeld (2009), alla Haus der Kunst a Monaco di Baviera, (2008). A Venezia l’attenzione dei visitatori è andata a Track and Field, né poteva essere diversamente. Si tratta di un carro armato più vero del vero, rovesciato, sui cui cingoli è stato installato un tapis roulant, messo in moto a intervalli regolari da atleti americani scelti tra i campioni. Guerra e sport, sport e guerra. Il messaggio è chiaro, almeno per i giovani e i giovanissimi visitatori e critici d’arte: mettete lo sport sopra i vostri carri armati.

All’interno: Algorithm, un’altra splendida idea dal chiaro impatto civile. Inserito in un organo funzionante (sonante) un vero bancomat che moltissimi hanno voluto provare. E’ un bancomat travestito da organo o un organo travestito da bancomat?  Il suono si spande in tutto il padiglione regolando la performance di un corpo di ballo. Grande entusiasmo anche per quest’opera che richiama il denaro, la musica, la danza, l’operatività. La summa della vita moderna.

Loris Gréaud The Geppetto Pavilion 2011 Resin, berglass, metal, electric system, neon, wood 17 x 3 x 2 m 54th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia Photo credits Franziska Bodmer e Bruno Mancia - FBM Studio

E ancora Body in Flight (Delta), Body in Flight (American), riproduzioni in legno dipinto dei sedili di prima classe attualmente in uso su aerei americani, che diventano attrezzi ginnici per atleti reali; Armed Freedom Lying on a Sunbed, posta nella sala sotto la cupola del padiglione, appena entrati in fondo: è una copia modificata in bronzo della Statue of Freedom, che dal 1863 è sulla cupola del Parlamento degli Stati Uniti. Lunga 2 metri e mezzo, è sdraiata su un vero lettino abbronzante in funzione e quindi luminosissimo. Uno sberleffo agli amanti della bellezza a tutti i costi.

Half MastFull Mast sono due video sovrapposti, con paesaggi differenti, ma in ogni filmato, al centro dell’immagine, compare un’asta, ginnica o di bandiera. Un atleta alla volta entra in uno dei due schermi e si atteggia a bandiera umana, che, secondo quale sia lo schermo, superiore o inferiore, appare a mezz’asta o innalzata, in luoghi che evocano simbolicamente la vittoria o la sconfitta. Il filmato è dedicato all’isola portoricana Vieques, protettorato con base USA fino al 2003 e oggi riserva naturale, dopo anni di contestazione. L’opera è una rappresentazione di quanto la gloria sia effimera e anche un riferimento esplicito non privo di accenni polemici alla storia militare degli Stati Uniti.

Sempre di contenuto socio-politico il documentario 30 Days of Running in the Place dell’artista multimediale Ahmed Basiouny (1978-2011) presso il Padiglione Egiziano ai Giardini, curato da Aida Eltoire, direttore della Finding Project Association ed ex editor del magazine Contemporary Practice, e dall’artista Shady El Noshokaty (1971). Ahmed Basiouny è stato un precursore dei New Media in Egitto, un leader carismatico della “generazione digitale” che con l’aiuto dei social network e dei blog ha fomentato e condotto la rivolta. Martire della rivoluzione, è stato ucciso il 28 gennaio scorso da un cecchino e poi schiacciato da un’auto della polizia durante il terzo giorno di proteste. Il filmato, sui primi giorni della sollevazione popolare, si concentra sui cambiamenti avvenuti nelle strade e sul coinvolgimento degli artisti. E’ l’ultimo lavoro realizzato da Basiouny prima della morte e rappresenta il suo progetto principale, presentato per la prima volta nel gennaio dello scorso anno al Palazzo delle Arti del Cairo, durante la mostra Why Not?, volta a sottolineare la crescente separazione tra i giovani artisti contemporanei attivi in Egitto e il governo autoritario. 

Track and Field under installation at the U.S Pavilion in Venice Photo by Daniele Resini

Non per nulla il Padiglione Italia di Vittorio Sgarbi, ha per simbolo l’Italia in croce di Gaetano Pesce (La Spezia, 1939). Il nostro Paese, dalla forma consueta dello stivale, è ridotto a una massa sanguinolenta di carne, realizzata in resina, ed è appeso a una gigantesca croce di legno, nera, pulita, essenziale. E’ l’Italia crocifissa, offesa e martoriata, che sostituisce il Cristo. Brandelli di carne cadono ai piedi della croce, dove sono accumulati detriti, rovine e falsi idoli distrutti. Un’immagine forte e inequivocabile, di chiara lettura e comprensione, al pari di tanti altri lavori internazionali presenti in questa Biennale, che gridano giustizia e voglia di cambiamento.

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a cura di vera agosti

dal 4 giugno al 27 novembre 2011


54. Esposizione Internazionale d’Arte- Biennale di Venezia


ILLUMInazioni


Venezia, Giardini e Arsenale


Orario: 10.00 – 18.00


Chiuso il lunedì (escluso lunedì 6 giugno, 15 agosto, 31 ottobre e lunedì 21 novembre 2011)


Modalità di visita


Il biglietto è valido per un solo ingresso in ciascuna sede espositiva (Giardini e Arsenale)


Biglietti d’ingresso


Intero € 20


Ridotto € 16 (over 65, militari, residenti Comune di Venezia, CTS, ITIC, Coop, IKEA, Coin card, Touring Club, FAI, Venice Card Junior, Venice Card Adult, Rolling Venice Card, Carta Giovani,Cinema Più, Romaeuropa card su presentazione del biglietto del 55. Festival Internazionale di Musica Contemporanea e del biglietto del 41. Festival Internazionale del Teatro)


Studenti / Under 26 € 12 (con tessera o libretto universitario e con carta d’identità)


Family formula € 40 (2 adulti + 2 under 14)


Gruppo adulti € 13 (min. 10 persone, prenotazione obbligatoria)


Gruppo studenti scuole secondarie € 8 (min. 10 persone, prenotazione obbligatoria)


Gruppo studenti università € 10 (min. 10 persone, prenotazione obbligatoria)


Gruppo studenti università convenzionate € 20 (min. 50 persone, prenotazione obbligatoria,
il biglietto/accredito dà diritto a visitare entrambe le sedi espositive per 3 giorni consecutivi)


Permanent pass € 70


Permanent pass studenti Under 26 € 45 (con carta d’identità)


Ingresso gratuito: fino a 6 anni (inclusi), accompagnatori di invalidi, studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado che usufruiscono dei servizi educational


Tel. 041 5218 828  (lunedì > venerdì h 10.00 > 17.00 / sabato h 10.00 > 13.00)


Fax 041 5218 732


promozione@labiennale.org

www.labiennale.org



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