“Venezia tra 800 e 900” la mostra aperta dal 15 dicembre 2000, presso la fondazione “Querini Stampalia”, con il patrocinio dell’Ire e della Regione Veneta, è stata un’importante riscoperta, non solo artistica, ma anche storica, di un periodo che ha segnato la città lagunare con avvenimenti di rilievo dal punto di vista sociale, in un spazio di tempo a cavallo tra la fine dell’800 e la prima metà del 900. Filippi ha vissuto le sue esperienze come testimone attento e fedele della vita della sua città, cogliendo e annotando con meticolosità le diverse
trasformazioni sociali che si sono succedute, segnando fatti che hanno toccato l’animo dei cittadini, le loro abitudini di vita, di lavoro e di partecipazione.
Alcune foto, come il crollo del Campanile di San Marco, la prima guerra mondiale, il diffondersi degli stabilimenti balneari del Lido, le Biennali d’arte, rendono vivo un reale rapporto con il tessuto urbano di Venezia, che va di là del legame documentarista, anche se vi è presente.
Quasi ai confini di un moderno reportage giornalistico, tanto è forte e quasi innata la curiosità fotografica dell’intera raccolta di Filippi.
Lo stesso curatore Daniele Resini, rileva la modernità e l’attualità di questo lavoro: le immagini sono realizzate con una tecnica non indifferente e con un gusto compositivo straordinario e raffinato. Un artista, che attraverso un apprendistato nel famoso studio Naya, seppe tentare, con determinazione, la strada autonoma, aprendo nel 1895 un negozio a Venezia intraprendendo il suo compito di fedele testimone della vita della sua città.
La mostra è composta, per l’occasione, da 142 immagini in gran parte originali, tra cui alcune raffinate stampe all’albumina o colorate e sette interessanti stereoscopie dal suggestivo effetto tridimensionale, accanto ad alcune attrezzature di ripresa di quei tempi.
E’ questo un momento importante per far conoscere la ricca attività del fotografo veneziano Tomaso Filippi (1852-1948) che viene considerato una figura centrale dell’importante processo di trasformazione del linguaggio fotografico fra l’ottocento e il novecento. Infatti grazie e al recupero e alla rivalutazione del ricco fondo Filippi, pervenuto all’Ente di assistenza lagunare nel 1982, come lascito dell’ultima figlia Elvira, è stato possibile avviare la catalogazione informatica di 7760 lastre e di circa 15mila positivi, di cui è stato pubblicato anche il catalogo su Cd-rom, oltre a numerose attrezzature di laboratorio ed un interessante archivio documentario.
Il ricco materiale è una fonte storica per tutto il mondo della fotografia, in particolare per tutta l’evoluzione tecnica ed artistica attraverso la quale è possibile leggere come la poliedrica attività
dell’artista abbia segnato la transizione fra due distinte epoche storiche, preludio del passaggio della moderna società.
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concordo con quest'ultimo commento. Provate a vivere a Venezia per un paio di anni...ma non per studio, magari per lavoro e converrete con me che le difficoltà di movimento e il caro vita vi ridurranno ben predto in uno stato pietoso...eheheh a parte sto pessimismo...Venezia non offre poi così tanto, a parte spelndide camminate
Bhe credo che viverci sia una cosa e studiarci sia un'altra...sicuramente viverci crea alcune difficoltà che non sono totalmente consolabili con la presenza della querini stampalia.
Che bello! La Fondazione Querini (e la sua fantastica biblioteca dove ho preparato la tesi di Laurea due anni fa)è un posto eccezionale. Quanto mi manca! Voi veneziani siete davvero abituati troppo bene: la vostra è una città a misura di studente per i servizi bibliotecari che offre. E adesso alla Querini c'avete anche la mostra (con la C davanti alla romana)! Forse molti di voi non potrebbero nemmeno immaginare la triste realtà della Biblioteca Nazionale della Capitale. Un caro saluto alla magica Venice e a tutti i suoi fortunati abitanti!