In concomitanza con la 63esima mostra del Cinema di Venezia, al Lido ha inaugurato Open 2006, nona edizione di una rassegna dedicata interamente alle arti visive sotto forma di sculture e installazioni. Curata da Paolo de Grandis, è una mostra a cielo aperto lungo i viali più frequentati del Lido, Piazzale S. Maria Elisabetta e Lungomare Marconi, che si riempiono in questi giorni del vasto popolo del cinema.
È chiaro l’intento di dare sicura visibilità ai 43 artisti che espongono, alcuni nomi famosi come Arman e Louise Bourgeois affiancati da ottimi giovani provenienti da diverse Accademie di Belle Arti, numerosi da quella veneziana e dall’University of Applied Arts di Vienna, insieme ad organizzazioni di paesi che normalmente non hanno gran peso nel circuito artistico come Laos e Macao. Spazio ai giovani dunque, che si dimostrano capaci di creare lavori di buona fattura, supportata da intenti di contenuto spesso forti e ironici insieme, stimolanti senza mai essere invadenti nel contesto del particolare spazio espositivo scelto.
Durante la tranquilla passeggiata sul lungomare si incontrano così i maiali infiocchettati di rosso di Ng Fong Chao (ZheJang, China, 1968) Munificent Gift (2006) provenienti dal Museum of Art di Macao, estrapolati dal contesto sociale della Cina rurale in cui sono considerati doni preziosi, per farne animali da compagnia, magari per qualche eccentrico attore. L’astrattismo di Marco Ridolfi Fin (Valdagno, 1972) diplomato all’Accademia veneziana, si esprime attraverso oggetti di grandi dimensioni facenti parte della serie dei Satelliti; si ritrovano i meccanismi geometrici dei costruttivisti, l’assemblaggio di pezzi regolari come giochi infantili, in un possibile
Lo svizzero Alessandro Lo Monaco riesce a porre domande strettamente legate all’odierna situazione politica “globale”: propone in Piazzale S. Maria Elisabetta, l’approdo dei vaporetti, il moderno totem di Homeland Security Advisor Signal (2005), ovvero l’indice elettronico di pericolo terroristico effettivamente presente nel sito della Casa Bianca, al quale è collegato in tempo reale permettendoci di conoscere, anche al Lido, come Washington comunica al mondo il rischio di attacco. Lo Monaco non approfitta della cronaca ma chiede come sia possibile effettivamente misurare l’incombenza di questi pericoli e comunicarli ai cittadini senza che loro sappiano i parametri e i perché dell’allerta; è allora soltanto un totem effimero e rassicurante, un oracolo, un consumo vuoto, un mezzo di controllo delle emozioni? Effettivamente il terrorismo è una guerra invisibile, non si annuncia se non al momento del disastro già compiuto e la storia degli ultimi anni lo conferma; il testo in catalogo di Casolari lo esprime bene: “il linguaggio utilizzato dal segnale di allerta invita a reazioni emotive piuttosto che al ragionamento e in fondo utilizza gli stessi codici della paura e della rabbia, propri del terrorismo. È dunque un perfetto esempio di monolite postmoderno. Misterioso, indecifrabile, investito dall’alto di un potente significato religioso, capace di radunare le masse e controllarne il comportamento”.
Infine, con metafora cinematografica, se il monolite nero di 2001 Odissea nello spazio precipitava nella prima consapevole violenza armata delle scimmie, un monolite di pixel sembra dirci che nulla è cambiato nel nostro istinto alla violenza. Zhao Guanghui (Xishuangbanna, China, 1972) costruisce armi fantastiche, macchine biomorfiche fantascientifiche, nella fusione futuristica tra la tecnologia,
Aligna (Ban Kang, Laos, 1957) crea composizioni floreali, alberi e arbusti tramite materiali riciclati come ferro e vetro. Il superlativo valore estetico è ottenuto con la delicatezza delle composizioni, l’equilibrio nella ricchezza cromatica e il loro adattamento poetico.
Molte altre sono le opere godibili e stimolanti, che mantengono questa iniziativa su un alto tenore qualitativo aprendo la promenade divisa tra cinema e mare ai “comuni mortali” che approdano alla mostra del cinema senza la scorta. Open 2006 accompagna inaspettatamente sotto braccio verso la rassegna cinematografica chiedendo un’attenzione disinteressata e divertita sulle arti visive contemporanee.
articoli correlati
Open 2005
Venezia, il premio Open2003 a Kitano
Open 2000
link correlati
www.dieangewandte.at
www.artmuseum.gov.mo
giacomo malatrasi
mostra visitata il 30 agosto 2006
Fino al prossimo 21 aprile il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita “Brassaï. L’occhio di Parigi”, la mostra realizzata…
Fino al 24 febbraio l’installazione site specific dell’artista marocchina Meriem Bennani dà forma a una misteriosa sinfonia attivata da molteplici…
Parigi continua a fare della cultura un tassello cruciale di sviluppo: l’offerta delle grandi mostre, visitabili tra la fine del…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…