“Mixed media events” è una sorta di dichiarazione d’intenti, posta a fianco del nome della galleria a significare l’intenzione di caratterizzare questo nuovo spazio espositivo veronese come luogo di sperimentazione, contaminazione e fusione mediale all’insegna delle più recenti ricerche artistiche.
La giovane artista D.J. Lamù (Pontedera 1973), chiamata dal curatore Francesco Bonazzi ad interpretare la lunga camminata delle campate bianche nel magazzino dismesso, è parsa esegeta indovinato della filosofia che si intende adottare per l’attività espositiva di Arte e Ricambi.
“Pixel & Pictures” è il titolo di un evento che si è venuto costruendo il giorno stesso del vernissage: non una performance in senso canonico, piuttosto un appuntamento al buio tra gli invitati e l’artista, un incontro casuale ad una festicciola improvvisata.
D.J. Lamù è artista eclettica, che utilizza e contamina varie forme di espressione artistica, dalla fotografia alla pittura, dal video alla performance.
Significativo che l’artista definisca “visioni” le sue opere, in fondo esperienze mediate attraverso il suo alter ego, D.J. Lamù, personaggio che ha origine nei cartoni manga, eroina che si nutre dell’effimera cultura dei media, e televisiva in particolare, che si esprime innanzitutto attraverso l’interferenza degli strumenti tecnologici. D.J. Lamù però, procedendo e producendo un ribaltamento dell’azione performativa trasformando il pubblico in attore e riservando a sé il ruolo di osservatore, ha ottenuto di ribaltare anche l’approccio dell’artista verso il mezzo tecnologico. Insomma le macchine, siano esse il pc o la videocamera, non sono oggetto della sperimentazione artistica ma piuttosto soggetto. Quella di D.J. Lamù è infatti una tecnologia da passeggio, ciò che conta non è indagare nuove potenzialità o abilità della macchina ma di riportarla al ruolo di strumento, di arnese atto al compimento della sua funzione che è, fondamentalmente, comunicativa.
Ecco dunque che prima della foto o del filmato elettronico l’atto creativo consiste nella ripresa, nella registrazione e archiviazione di dati prima della loro lettura.
E solo così si spiega come, in luogo delle immagini elettroniche in fieri e la cui epifania era riservata alla sola artista che le riprendeva, in galleria sono di fatto esposte soprattutto piccole tele dipinte, acrilici dai colori tenui, sfumati, acquerellati, aventi per soggetto persone o volti associati a simbologie e acronimi che rimandano al mondo e alla cultura giovanile. Opere effimere esse stesse, laddove volti e figure rappresentati sembrano collocate in un limbo, sulla soglia di apparire o scomparire.
Una parete è stata invece trasformata in una sorta di diario o rapporto, con foto rubate ad un rave party, scarsamente significative, a meno di considerarle, di nuovo, anonime e fredde testimonianze documentarie. D.J. Lamù registra miti e dannazioni giovanili: i simboli della sua generazione, l’apparentamento tribale, la musica, i rave party, l’extasy. D.J. Lamù non giudica, utilizzando se stessa come mezzo catalizzatore ed insieme intercettore di informazioni, registra, cataloga, documenta e quindi rielabora, riordina, ricostruisce e restituisce.
Il vernissage è stato dunque un nuovo scenario per l’artista, in cui gli inconsapevoli visitatori diventavano potenziale materiale umano per un nuovo archivio o una nuova cronaca, o parte della stessa cronaca di sempre: in fondo un rave party del perbenismo, con i suoi miti e le sue dannazioni: l’abito della festa, i gioielli, il denaro, l’ipocrita connivenza.
Qualcuno potrebbe chiedersi, legittimamente, se siamo di fronte ad un bluff: forse sì ma, attenzione, forse no.
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E chi si ferma? Grazie per il resto, ma guarda che se ti leggi intorno, qui in Ex, c'è il rischio che tu ti stupisca ancor più, e mica solo per i colleghi ma anche per alcuni assidui frequentatori del nostro guestbook. W Juliet!
Ciao Alfredo,
finalmente sono riuscito a leggere il tuo ampio articolo su dj Lamu'.
Sono rimasto stupito e sorpreso ...
Sai che bello sarebbe se tutte le persone avesssero la passione di spostarsi, parlare, analizzare e comprendere l'arte come te?
Continua!
un saluto Francesco Bonazzi
Alf,
chi si ferma è perduto!
BONAnno bonaZETA