…rivelandone possibilità eroiche e narrative del tutto inaspettate. Rivendicando attraverso la fotografia l’assoluta autonomia di interpretazione della realtà (concetto che già caratterizzò l’intera opera teatrale di Pirandello) Gea lavora sulla mise en scène considerando però accuratamente le possibilità evocative del dettaglio e del particolare. Esemplare, in questo senso, appare un’opera recentemente presentata al Temple University di Roma, in cui la celeberrima scansione delle lance scarlatte della “Battaglia di S. Romano” di Paolo Uccello viene “ritrovata” nella sequenza delle maniglie tubolari di un affollato vagone della metropolitana.
A Padova sono oggi esposte alcune serie di foto, montate in sequenza, che illustrano altrettante scene di vita urbana. La narrazione si sviluppa attraverso la proposizione di immagini scattate dalla medesima prospettiva a brevi intervalli di tempo, sì da registrarne ogni minima variazione.
Sono di nuovo accadimenti insignificanti ad essere rappresentati, come il via vai all’ingresso di un bar, di un palazzo di uffici o ad un parcheggio: a mo’ di premessa o illustrazione Gea completa le sue opere con sintetiche e didascaliche descrizione di ciò che sta per accadere… e le letture sono sorprendenti: quello che appariva come un turista spaesato diviene un insospettabile agente segreto in azione; oppure sono gli imbianchini ad essere in realtà una banda di rapinatori in azione, mentre ad un bar viene scoperta una riunione segreta che si risolve in una veloce fuga. Real/Fiction, la realtà si mescola alla finzione rendendo impossibile distinguerle l’una dall’altra; Gea dà la sua interpretazione ironica e provocatrice di un filone della ricerca artistica sul quale si sono messi alla prova numerosi artisti di ultima generazione: Alessandra Tesi per esempio, ma anche Luisa Lambri, Elisabetta Benassi, Lara Favaretto, per citare solo alcuni italiani (tutte ragazze, per altro, perché la giovane arte italiana vanta molte presenze femminili di qualità).
Il titolo dell’opera diviene esso stesso immagine anzi, essa diviene fondamentale nel momento in cui l’artista, attraverso di essa, dichiara la sua verità rendendola l’unica possibile. L’originalità di Gea consiste proprio in questo: nell’ostentare la propria scelta invita i visitatori a dichiarare la propria, risvegliandoli dal torpore della monotonia quotidiana, spingendoli a considerare la bellezza del dettaglio, infine riscattando in ciascuno di essi la capacità di osservazione e di giudizio.
Informazioni di mercato: le opere di Gea Casolaro sono sequenze orizzontali di foto di ca. 30×20 l’una. Si va dai 1291 € ca. per i dittici fino ai 2065 € ca. per le sequenze a 5 foto. Gea espone dal 1996 soprattutto in Italia ma anche all’estero. Per l’editore Meltemi di Roma ha pubblicato, quest’anno, il volume “Maybe in Sarajevo” con testi di M. Canovacci e V. Gravano.
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