Verifica 8+1 è dal 1978 un operoso laboratorio artistico. Fedele alla linea che aveva portato i fondatori (8 artisti+ 1 coordinatore) a riunirsi per dar vita ad uno spazio dove presentare e mettere in relazione le ricerche nel campo dell’arte cinetica, concreta e strutturale, è oggi anche un prezioso archivio e centro di documentazione sulle esperienze internazionali visuali e cinetiche degli ultimi trent’anni. Arte e scienza s’incontrano in questo luogo di transito e scambio con l’intento di fare poesia.
In questi giorni le pareti del centro s’illuminano delle installazioni Contrappunti di Lucia Di Luciano, esempi di arte programmata che offrono alla percezione del visitatore una sequenza dinamica di immagini a colori, strutturate secondo ritmi che molto hanno a che fare con le composizioni musicali contemporanee. I Gradienti della prima stanza sono una serie di pannelli monocromi in successione che, come fossero ingigantiti tasti neri del pianoforte con una progressione cromatica, risuonano modulando dalle tonalità del giallo, attraversando i blu, fino ai magenta. L’installazione ha il suo fondamento programmatico nello studio scientifico dei rapporti tra le tinte del pittore A.H. Munsel (n. 1915), sulle cui teorie si struttura l’operatività di Lucia Di Luciano, in continua ricerca di accordi che uniscano creatività e razionalità.
L’opera diviene un campo d’azione dove lo spettatore, attraverso gradazioni dalle mille possibilità combinatorie, può rinvenire o inventare la propria sequenza visivo-musicale.
Le Alternanze cromatiche di quadratini e rettangolini che giocano sulla luminosità dei colori caldi e freddi e sulla loro saturazione assumono, sulla perete opposta, quasi la forma di una partitura che, nelle indicazioni di percorso dell’autore, lascia spazio all’interpretazione di chi guarda. Una terza installazione unisce a pannelli, il cui spazio luminoso è diviso da sottili righe colorate orizzontali, pannelli in cui appare una ritmica successione verticale di piccoli rettangoli in dinamica scansione ritmica. L’artista esplora nel gioco geometricamente strutturato, le potenzialità inesauribili dei valori cromatici. La sua operatività si basa sistematicamente sulle regole che guidano la percezione ottica, mentre l’opera, risultato di un progetto in cui l’intelletto percepisce, conosce e organizza il mondo, agisce sullo spettatore come la rivelazione di un universo di assonanze emotive e razionali. E la visione diventa un atto intellettuale perché “ogni percezione è anche pensiero, ogni ragionamento è anche intuizione, ogni osservazione è anche invenzione”. A dirlo era Rudolf Arnheim, in Arte e percezione visiva
myriam zerbi
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