Gli affreschi visibili riguardano un periodo di quasi quarant’anni dell’attività pittorica di Giandomenico Tiepolo (dal 1759 al 1797) dedicata ad “ornare” la propria abitazione. Nel 1906 gli affreschi vennero strappati dalla loro collocazione originaria e già due anni dopo, la città di Venezia li acquistò e trovò loro una “adeguata” sistemazione presso le sale di villa Ca’ Rezzonico. Nel corso degli anni (a partire proprio dal famoso “strappo” del 1906) numerosi furono gli interventi di restauro, che via via causarono ulteriori problemi alla salvaguardia delle opere, sino a richiedere questo ultimo, decisamente efficace e risolutivo. Analizzando le opere esposte, si comprende come “l’originalità” sia già di per sé motivo d’interesse: in primis entra in gioco il fatto che queste sono lavori che il Tiepolo ha prodotto liberamente , lontano da vincoli di committenza (che sappiamo determinanti per l’epoca) proprio perché creati nelle stanze della sua abitazione privata…in seconda battuta, invece, l’arco temporale della loro fattura è così elevato da illustrare la maturazione pittorica acquisita dall’artista; un duplice aspetto, questo, che se affiancato alla particolarità dei temi espressi, ne rafforza l’importanza: “Satiri, centauri e pulcinelli” (come dal titolo, che tra l’altro non risulta poi così felice) sembrano figure lontane dalle solite rappresentazioni cui l’artista era dedito, e con ancor maggiore determinazione costruiscono un filo logico di lettura (o interpretazione) complesso e articolato.
Unica eccezione sono “Mosè e le tavole della legge” e “Il sacrificio di Melchisedech” che riconducono ai temi dell’antico Testamento, molto in voga in quel periodo, e la serie di episodi raffiguranti le vicende di San Girolamo Emiliani…tutti gli altri affreschi propongono la maschera di Pulcinella, la potenza “demone” dei Satiri, la consistenza del mito dei Centauri., sino ad arrivare (negli affreschi datati 1791) alle scene di vita quotidiana come quelle del “Minuetto in villa”, della “Passeggiata in Villa” e de “Il Mondo Novo”.. Accennavo prima all’importanza non solo degli affreschi, ma anche a quella del restauro in sé: bisogna apprezzare il sistema audiovisivo messo a disposizione nelle sale del Correr per potersi documentare circa la tecnica dell’intervento eseguito sulle opere di villa Zianigo (conservate ora a Ca’ Rezzonico), perché funge da strumento utile e decisamente esaustivo. Se i restauri storici avvenivano con la tecnica coi detta a “stacco” (con la rimozione dell’intonaco), o addirittura con quella denominata “stacco a massello” (asporto di porzioni di muratura), oggi, e a partire dal tardo ottocento, la tecnica si è perfezionata a tal punto da garantire una ottimale rimozione con lo “strappo” (si rimuove la sola pellicola dell’affresco intervenendo quindi sul sottilissimo strato di calcare colorato formatosi dalla carbonatazione della calce – il legante della malta con cui è stato fatto l’intonaco-). Questa tipologia di intervento risulta assai complessa e pretende una lunga serie di fasi affinché il tutto si risolva al meglio. Il processo scientifico che sta a monte del risultato visibile al Museo Correr si è espresso nell’intervento della Fondazione Cesare Gnudi di Bologna-Istituto di Diagnostica e Sperimentazione per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali- che ha eseguito una perizia a partire da dei prelievi di materia pittorica…che successivamente sono stati oggetto di indagine scientifica a mezzo di sofisticate apparecchiature (microscopio ottico a luce bianca – per l’esame della fluorescenza-; microscopio elettronico a scansione, spettofotometria infrarossa; test istochimici) con un riguardo particolare per la verifica della “tenuta” dei restauri precedenti (dimostratesi fallimentari per via dell’alterazione della materia sugli affreschi originali, a causa dell’utilizzo di fissativi, supporti e ritocchi che ne hanno mutato la risposta agli agenti ambientali) . Il documento audiovisivo fornito dalla InAuge si dimostra quindi utile ad una comprensione dell’enorme lavoro che sottostà all’intervento restaurativi, come anche la presenza di pannelli illustrativi circa la disposizione delle opere in quel di Villa Zianigo funge da ottimale supporto.
Forse, e me ne rammarico, la pecca principale sta proprio nel “non” enfatizzare con un adeguato inquadramento storico, di stile e di “poetica” le opere restaurate: pochi “lumi” circa le valenze che mossero l’artista verso questo tipo di rappresentazione (distante dalle pitture dedicate alla Via Crucis (dell’oratorio del Crocifisso a San Polo), ai temi religiosi in generale, alla produzione di opere sulla vita quotidiana (palazzina della Foresteria della villa vicentina Valmarana), o dei suoi più famosi capolavori del soggiorno spagnolo (“Burchiello” e “Partenza della Gondola”). Se l’attività di Giandomenico Tiepolo, negli anni ’74-’78 sfocia nella vasta produzione di disegni in chiave grottesca – fantasie sui satiri e sulla maschera di Pulcinella- che andranno a far parte dell’album di circa 400 fogli “Divertimento per ragazzi”…significa che un radicale cambiamento del proprio stile e della personale visione della quotidianità si era così insinuato in lui da coinvolgerlo a pieno; allora, perché non “spiegare” anche questo mutamento? Perché limitarsi alla sola esibizione, senza approfondire tematiche che, capirete anche voi, sono piuttosto interessanti? Chiaro che una mostra non è un saggio, ma per lo meno tracciare una linea interpretativa mi pare il minimo. Un plauso all’esibizione del lavoro di restauro, una tiratina d’orecchie per l’approfondimento dei temi.
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Articolo interessante, specie la parte dedicata alla spiegazione delle tecniche di rimozione degli affreschi (Dio ce ne scampi il più possibile, per carità!).
speriamo proprio che non se ne abbia a dover di bisogno. Come vedi, l'operazione di restauro è piuttosto complessa...ma mi sa che le ditte specializzate avranno il loro bel dafare a recuperare tutte le opere del patrimonio artistico italiano (che credo sia il 75% di quello mondiale)
saluti, e continua a leggerci