Dal G.A.I. di Padova sono partiti o transitati nomi che in seguito hanno acquisito una certa notorietà sulla scena artistica italiana, come Bittente, Boldrin, Bolmini, Calligaro, Contin, Culpo, Gilmour, Lucietti, Nicoletta, Renzi, Sissi e Zimmer Frei.
In tempi recenti un notevole impulso alle selezioni è stato dato dal giovane critico Guido Bartorelli, figura un po’ anomala del nostro panorama curatoriale per rigore teorico e per la capacità di saper offrire una visione non stereotipata dell’arte attuale.
La mostra curata dallo stesso Bartorelli, Virginia Baradel e Stefania Schiavon, presenta i lavori di 22 artisti provenienti da tutt’Italia, selezionati tra 204 candidati di età compresa tra i 18 ed i 35 anni.
Sono molte le cose interessanti: l’artificiale metamorfosi simbolica di Paolo Angelosanto in “Venezia souvenir“, il recupero della tradizione della street art ed il suo sviluppo in senso plastico operato da Paolo Bordino, la fascinosa pittura di Manuele Cerutti, che riesce ad unire alla fredda prassi analitica una drammatica ed intensa resa psicologica, e quella psichedelica di Silvia Chiarini , tra suggestioni pop anni ’50 e figurazione minimalista bidimensionale, raccordati da un’originale interpretazione della tecnica del ricamo che, da Boetti a Bourgeois, da Maja Bajevic a Vezzoli fino a Claudia Losi e Marina Bolmini, ha attraversato il millennio senza passare di moda.
Intelligente è poi l’obiettivo di Emma Innocenti, che nelle “Kitchen stories” ribalta il rapporto tra soggetto e oggetto, rarefacendo la scena domestica per mettere a fuoco forma e logo del packaging dei cibi di produzione industriale: una geniale liofilizzazione dell’immaginario pubblicitario, prosciugata dagli artifici glam dei media, che preserva intatta la simbologia. Nel tempo dei non-luoghi di Marc Augé e delle eteroutopie di Focault, trovano legittima esistenza gli oggetti metafisici realizzati con la spettrale luce bianca dei neon di Chiara
Insomma una buona edizione per Quotidiana , gratificata anche dalla partecipazione di un folto pubblico all’inaugurazione, attirato dalla presenza di Francesco Bonami, curatore della prossima Biennale veneziana, che ha accettato, in perfetto stile politically correct, una chiaccherata disimpegnata con i curatori della mostra.
In mostra sono anche: Carmen Cardillo, Giuliano Carli, Arianna Carossa, Nicola Evangelisti, Francesco Finotti, Alessandra Ghirardelli, Dario Lazzaretto, Michela Lorenzi, Caterina Ongaro, Sandra Raccanello, Gianluca Ranno, Paola Risoli ed Alessia Zuccarello .
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alfredo sigolo
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ancora in giro l,angelosanto con i suoi orrori visivi.
sonia
complimmenti ai lavori pittorici di alessandra ghirardelli.
nel complesso una mostra dignitosa anche se la qualità di alcuni lavori è abbastanza "scadente".
potevano risparmiarsi alcune domande "ingenue" e forse inutili al caro f.bonami.
cosa buona e giusta! Quotidina sembra aver ingranato come si deve. Ne sono felice. E poi a Padova si sente il bisogno di aria fresca, rimangono poche gallerie con il topic di divulgazione giovane (leggi Estro, Fioretto e Perugi). Mi sarebbe piaciuto esserci...ma ahimè...
messaggio promozionale
i lavori di alessandra ghirardelli, è che in realtà siamo sfacciatamente viziati da lunga amicizia, probabilmente funzionavano meglio nella personale friulana che non in "sta collettiva" che da quanto ho visto in un video mi pare davvero bruttina. i pezzi della ghirardelli in realtà fanno parte di una storia, o tentativo di narrazione, su un quanto mai ipotetico personaggio femminile "elle/ella". appunto dal francese. sono appunti in off, fuori campo, narrati si di un'idea "del femminile". così delicata dal concedergli qualunque cosa.
per il resto occhio e croce fa tanto, dico "sta collettiva", vorrei ma non posso. così' come parte delle domande e l'atteggiamento generale dei curatori/organizzatori nei confronti di bonami.
mah... la demanNiOcor
Strana caratteristica di questa mostra: ogni volta che parlo con qualcuno che c'era, mi si dice della qualità altalenante complessiva, ma si segnalano anche i nomi di artisti apparsi particolarmente interessanti. La cosa curiosa è che i nomi di questi ultimi cambiano sempre. Laura dice della Ghirardelli, ma ho sentito, di volta in volta, giudizi entusiastici su Chiara Lampugnani, Anna De Mannincor, Manuele Cerutti, Gaia Zebellin e anche sul vituperato in calce Paolo Angelosanto. Per quanto mi concerne, le mie preferenze vanno a Emma Innocenti e Silvia Chiarini. Alla fine credo che la mostra possa essere considerata veramente positiva: ha accontentato quasi tutti, Bonami compreso, a quanto mi dicono.
Sì, Massimo, esiste un catalogo e anche fatto discretamente (compatto, buona grafica, buone, 3 contributi critici, breve introduzione all'opera a cura degli artisti e schede biografiche). Non ne ho accennato nell'articolo perché, a riguardo, non esistevano informazioni certe. Il giorno dell'inaugurazione i cataloghi erano contati per gli artisti (ne ho avuto uno di straforo). Guido Bartorelli mi ha riferito che non erano riusciti, per i tempi ristretti, a stamparne più copie, cosa che avevano in animo di fare nelle settimane successive. Se hai pazienza, lo contatto e gli chiedo se ci sono novità, in questo senso e, in caso positivo, le modalità per poterlo ricevere.
Esiste un catalogo? Mi piacerebbe riceverlo...