Lineadombra presenta a Belluno due interessanti ed indovinati appuntamenti espositivi studiati per soddisfare sia gli appassionati di pittura sia gli estimatori di opere grafiche, unendo due collezioni geograficamente lontane come quella sudafricana di Johannnesburg e quella del Dipartimento di Arte Grafica dell’Art Gallery del Los Angles Museum of Art.
Grazie all’attenta collaborazione fra i curatori Marco Goldin, Rochelle Keene e Kevin Salatino sono state condotte in Veneto cento opere mai viste in Italia (ma sarebbe meglio dire in Europa) di squisita delicatezza e fragilità.
Il percorso espositivo si apre con i bozzetti in stile rinascimentale di Ingres, il suo Ritratto di Thomas Church – unito idealmente alla Testa di Donna di Degas – lascia spazio agli Attori girovaghi di Delacroix, precursore di un viaggio che parte dal romanticismo francese, abbracciando il classicismo, per approdare alla Scuola di Barbizon ed all’osservazione diretta della natura che trova in Millet il suo massimo esponente.
Se l’impressionismo francese è la principale chiave di lettura che lega le sale dei disegni a quelle interamente dedicate alla pittura, le mostre sono anche da considerarsi come un percorso storico più complesso che racchiude i punti di forza in Monet e la sua Primavera (1873) dipinto studiato per l’esposizione di Nadar dell’anno successivo, all’interno del quale l’artista tenta di riprodurre gli insegnamenti sull’osservazione del vero appresi da Boudin; passando per Guillaumin ed Il Ponte di Sully fino alla tela di grandi dimensioni di Pissarro raffigurante una foresta all’interno della quale gli alberi sono un fitto sfondo per gli elementi in primo
Il disegno di Van Gogh – che da solo vale la visita – raffigura il postino Joseph Roulin. Da non considerarsi come semplice bozzetto preparatorio al celebre dipinto, bensì opera da collocare all’interno della tradizione pittorica del XIX secolo, raffigurante bevitori solitari.
Le ultime sale delle esposizioni sono all’insegna dell’eclettismo e dei cambiamenti artistici novecenteschi ben sintetizzati dai cinque disegni di Picasso che toccano tutte le fasi precedenti la consacrazione al cubismo.
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emanuela borgatta
mostra visitata il 13 dicembre 2003
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E' la solita mess'in scena goldiniana, con tanto di prestigioso avallo del museo straniero semi-sconosciuto,con opere tutto sommato modeste fatte passare per capolavori,e compiacenti amministrazioni comunali che sponsorizzano questi eventi con la palese intenzione di foraggiare il turismo e contentare i negozi di specialità tipiche etc.Lo stesso si verifica da anni ormai a Treviso, per continuare poi a Brescia dal prossimo anno e colonizzare così piccole o medie città turisticamente appettibili.Sarebbe ora di prendere le dovute distanze...
Bravo al commentatore di Venezia..... anch'io ormai ho messo la croce sopra sulla Casa dei Carraresi... non andrò a vedere più niente là!Gli spazi espositivi sono veramente inaccettabili.