La materia è sicuramente al centro dell’interesse della produzione artistica di
Mauricio Morillas (nato in Messico; vive a Mexico City e New York). Soprattutto la carta -sacra per il popolo azteco- che, lavorata, trattata e manipolata, si trasforma agli occhi dello spettatore in cuoio, legno e metallo. L’artista realizza sulla superficie dei suoi quadri trame tridimensionali, buchi per confondere i confini tra la bidimensionalità e la tridimensionalità, giocando con l’ombra, che è parte essenziale del suo lavoro e che ricopre la stessa funzione che ha l’uso del nero. “
Producendo trame”, dice Morillas, “
voglio portare l’occhio dello spettatore a vedere qualcosa di diverso a ogni livello e a ogni centimetro della tela. Creare un’opera minimalista e, contemporaneamente, del tutto interessante, è il mio obiettivo principale”.
Tra le opere in mostra, alcune della prima serie dei lavori
white on white, in cui l’artista ha esplorato i confini assoluti del bianco, sperimentando allo stesso tempo tessuti, materiali e dimensioni diversi. Ma, soprattutto, gli ultimi lavori realizzati con i colori: rosso intenso, blu brillante, giallo chiaro, verde oliva che evocano un paesaggio lussureggiante, abbagliando gli occhi dell’osservatore. Fondendo tradizionali motivi del folklore messicano con un’estetica minimalista, nascono le opere “
primitive moderne”, a cui non manca la personale visione dell’artista, influenzata dall’astrattismo e dalla visione di
Robert Ryman,
Agnes Martin e
Lucio Fontana.
Sorprendere lo spettatore e continuare a sperimentare con la tecnica e i materiali: sono questi alcuni degli obiettivi che Morillas si pone. L’uso di tecniche non ortodosse fa parte del suo processo. Lavorare con materiali diversi dà all’artista opzioni differenti e gli permette di esprimersi in una più vasta prospettiva. “
Rendere qualcosa reale al di fuori dell’immaginazione e ricevere commenti riguardo la propria arte è una delle cose che danno più soddisfazione a un artista e rappresentano lo stimolo per me più importante. L’opportunità di essere a New York e sperimentare le varie facciate multiculturali mi ha reso possibile esplorare un più grande mondo dell’arte. Più vedo, più sono le mie idee”.
La mostra presenta opere che, attraverso i colori squillanti e i magici intrecci delle trame cartacee, sorprendono lo spettatore immergendolo in atmosfere antiche e al tempo stesso straordinariamente attuali.