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fino al 15.V.2011 | I Vorticisti | Venezia, Guggenheim

di - 3 Marzo 2011
Spingere oltre il limite la disumanizzazione in atto,
enfatizzare “la stranezza, la sorpresa e
il distacco
”, come “primitivi
mercenari nell’epoca moderna
”. Sono queste le parole d’ordine del
Vorticismo, movimento d’avanguardia inglese d’ispirazione worringeriana e
d’impronta futurista, che si distacca dalla “limitata immaginazione di Mr. Marinetti” non sopportandone il
macchinismo incapace di riconoscere la potenza vitalistica dell’uomo selvaggio.
L’energia del vortice a cui aspirano gli artisti che tra il 1913 e il 1918 si
riuniranno attorno a Ezdra Pound, Wyndham Lewis e alla rivista Blast è infatti presente nel caos
dell’imperfezione e in quelle naturali profondità umane che racchiudono ma non
dominano le pulsioni sessuali.

La mostra ripropone opere che parteciparono alle tre
esposizioni storiche del gruppo, la prima del 1915 a Londra, la rassegna
americana del 1917 e la coeva ultima esposizione dedicata ai caleidoscopici
esperimenti fotografici di Alvin
Llangdon Coburn
.

Nelle prime due mostre si sommano dipinti di ispirazione
astratta, che si animano secondo costruzioni caotiche di segmentati che
sembrano accelerare fino a travalicare i confini del quadro. Non vengono
tralasciate le composizioni grafiche di Lewis ed Edward Wadsworth, che troveranno largo spazio e diffusione sulle
pagine di Blast. Ma sono soprattutto
le sculture di Jacob Epstein e Gaudier-Brzeska che faranno scuola,
influenzando con il loro stile geometrico e primitivo Henry Moore e la nuova generazione di scultori inglesi.

La forza del loro contributo è evidente fin dalla prime
due sale introduttive che espongono due icone del movimento. Una è Testa ieratica di Ezdra Pound di
Gaudier-Brzeska, che esplicita il legame tra dimensione sessuale-primordiale e
potenza intellettuale combinando le forme totemiche e geometrizzate del volto
con la forma fallica evidente sul retro. Una spettacolare introduzione al
movimento è data da Rock-Drill di
Epstein, che pone su una vera trivella un’aggressiva figura che unisce alieno e
bestiale, con una testa a metà tra il muso e l’elmetto e il corpo scavato con
le costole in evidenza. Un’immagine sinistra nella quale, come dichiarò più
tardi il suo autore, non c’era “nessuna
umanitĂ , solo il terribile mostro di Frankenstein in cui ci eravamo trasformati
“.


Come annunciato sul secondo e ultimo numero di Blast –
recentemente riedito insieme al primo e sfogliabile in mostra – i fragori della
guerra sopraffarono il Vorticismo. David
Hulme
, teorico del gruppo, e Gaudier-Brzeska vi persero la vita e gli altri
non riuscirono piĂą a sostenere la stessa violenta ansia di cambiamento che li
aveva portati inneggiarla. Come
affermò qualche anno più tardi lo stesso Lewis: “Il Vorticismo più che l’annuncio di un nuovo ordine fu il sintomo della
malattia terminale del vecchio
. Il
mondo meraviglioso era un miraggio, una trappola e una delusione
“.

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mostra visitata il 4 febbraio 2011


dal 28 gennaio al
15 maggio 2011

I Vorticisti.
Artisti ribelli tra Londra e New York

a cura di Mark
Antliff e Vivien Greene

Collezione Peggy Guggenheim – Palazzo Venier dei Leoni

Dorsoduro 701 (zona Accademia) – 30123 Venezia

Orario: da mercoledì a lunedì ore 10-18

Ingresso: intero € 12; ridotti € 10

Catalogo Tate Publishing

Info: tel. +39 0412405411; fax +39 0415206885; info@guggenheim-venice.it; www.guggenheim-venice.it

[exibart]

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