Sono più di cento i disegni esposti, tutti eseguiti tra il 1490 e il 1565, periodo in cui si sviluppa l’itinerario creativo di Michelangelo Buonarroti. Vasari, primo storico dell’arte occidentale, pittore oltre che scrittore, contemporaneo di Michelangelo, dice che questi cogliendo “sveltezza della gioventù del maschio e carnosità e tondezza della femmina” ha superato gli antichi nella rappresentazione del nudo. In quel periodo si sostituiva, alle pelli di animali usate fino ad allora come supporto del disegno, la carta la cui maneggevolezza permetteva la resa immediata dell’idea con l’esecuzione di schizzi intesi sia come progetto da sviluppare che come lavori autonomi.
Il valore attribuito dagli artisti rinascimentali al disegno è attestato nella mostra veneziana da una sanguigna di Raffaello, raffigurante due nudi di schiena, spedito in dono a Dürer a Norimberga, in segno di ammirazione. Il nudo, soprattutto maschile, è l’elemento ricorrente della rassegna. L’opera michelangiolesca rivoluziona la concezione della figura, superando la staticità classica con un attento e preciso studio analitico del vero. Inizia con il rifarsi al Masaccio di cui studia figure e modi di panneggiare, come risulta dai Tre uomini ammantati, mentre da accurate osservazioni di masse muscolari deriva il disegno a gessetto nero e lumeggiature bianche Dorso di giovane guerriero, oggi si direbbe un culturista, del quale il potente gioco chiaroscurale riprende armoniosamente guizzi e torsioni, in un insieme potentemente scultoreo e insieme palpitante. Sulla stessa linea di osservazione della realtà era Leonardo da Vinci. I due profili a penna e inchiostro bruno sono esempi, che giungono al grottesco, dell’interesse dell’autore per le fisionomie dalle quali ricavava indicazionni sulla personalità dell’essere umano “Vero è che i segni de’ volti mostrano in parte la natura degli uomini, i loro vizi e complessioni”.
Nitido e dinamico il gruppo di Enea che porta sulle spalle il padre Anchise, nella sanguigna di Raffaello, dimostra un’attenzione dell’autore per i modelli
Idealizzazione e realismo si mescolano in quantità differenti nei disegni in mostra, alcuni dei quali presentano la tipica quadrettatura che servirà per riportare le immagini su tela o su muro. La visione michelangiolesca viene trasformata nella stagione manierista da pittori come Parmigianino che allunga e assottiglia le membra ritratte in un’estenuata ricerca d bellezza, Rosso Fiorentino le cui opere sono improntate ad una coinvolgente espressività, Primaticcio, chiamato a decorare la Reggia di Fontainbleau, che risolve le composizioni in un aggraziato pittoricismo. Conclude il percorso Zeus e Cupido di Niccolò dell’Abate, “magistrale” foglio che coglie l’ abbraccio sensuale tra i due corpi in un languido intreccio di membra reso con morbida rotondità difattura. Le masse muscolari, lontane dalla correttezza anatomica, divengono pretesti decorativi. La “terribile forza” michelangiolesca si era tramutata in bizzarria espressiva.
myriam zerbi
mostra visitata il 5 febbraio 2004
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