Sono passati giusto tre anni da quando il collettivo canadese
Royal Art Lodge,
Self Serving Secret Society, ha esposto l’ultima volta alla galleria Perugi. L’ottantina di pitture che costituivano la mostra del 2005 lascia ora il campo a un numero più che raddoppiato di quadretti, alcuni dotati di scritte didascaliche, che ruotano attorno ai tipi umani di donne e bambini. Le figure sono collocate in scene che spesso comprendono pochi oggetti d’uso quotidiano e assumono contorni straniati dalla realtà per rappresentare pensieri e fobie.
L’allestimento sistema le quasi duecento tavolette -che si rivelano davvero minuscole viste dal vivo- in fila orizzontale lungo le pareti del muro divisorio. Il fruitore può così focalizzare meglio l’attenzione, trovandosi di fronte a una sorta di sequenza, sospesa a mezz’aria nel candore asettico dell’ambiente. I dipinti sono sorretti in modo spartano da file di piccoli chiodi, una scelta adeguata alla natura volutamente amatoriale che informa l’arte del terzetto (che però, è bene sottolinearlo, possiede una solida formazione accademica).
Critico di scuola barilliana, il curatore Guido Bartorelli riprende la nozione di Marshall McLuhan -di cui cita esplicitamente il saggio
Understanding the Media del 1964- di “
bassa definizione”, per partire attraverso un’interessante disamina dei cosiddetti “media freddi”, peculiari degli ultimi decenni del mondo occidentale. Il carattere di queste pitture si allineerebbe quindi alle ultime evoluzioni tecnologiche di media quali You Tube, My Space, Wikipedia, connotati da bassa definizione, ma anche creati e completati, per quanto possibile, dai contributi degli utenti. Similmente avviene nelle opere della RAL, dove lo stile abbozzato, non rifinito, richiede un surplus immaginativo da parte dell’osservatore, coinvolgendolo e quindi tramutando un apparente difetto in punto di forza.
Una caratteristica fondamentale dell’arte non è quella di rappresentare e, in qualche caso, anticipare i tempi? Allora un ulteriore parallelo, a testimonianza delle omologie esistenti tra diversi settori, siano essi artistici o non, è quello con lo sviluppo delle tendenze in ambito musicale. Si prenda in considerazione la rivoluzione punk del “
do it yourself” e si passi poi al fenomeno cosiddetto
indie, caratteristico degli ultimi anni. Per una cospicua branca di quest’ultima, inclusiva, etichetta si sente sovente parlare di
lo-fi. Che è appunto il corrispondente sonoro della bassa definizione dei media visivi.