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Fino al 20.VII.2002 | Franco Vaccari – No fiction Art | Padova, Galleria Estro

di - 29 Maggio 2002

…è questa la provocazione di uno dei maggiori artisti italiani viventi che, senza mezzi termini, pone sotto accusa il sistema dell’arte contemporanea, mostrando con forza tutta la sua delusione e disgusto per un’arte sempre più chiusa in se stessa e per una società cieca e sorda che dimentica sempre più in fretta. The silent service è lo slogan lanciato dall’America che mostra una delle sue imponenti portarei minacciosamente ancorata; alla sua destra la folla in preda al panico fugge mentre crollano le twin towers. Spiega Franco Vaccari: “Ci propinano le immagini delle loro armi come per dire ‘state tranquilli, è tutto sotto controllo’; poi, sappiamo com’è andata“. Bag and handbag mostra una pubblicità di Prada apparsa su Art Forum e, a fianco, la grande nuovola di fumo che avanza, mentre precipitano le macerie delle torri. “Questa pubblicità è apparsa su Art Forum; oggi arte e moda sono legate sempre più strettamente, seguono le stesse logiche, e l’arte non si occupa più di quello che accade nel mondo“. In Coming to New York è riprodotta una celeberrima opera di Vanessa Beecroft che mostra ufficiali della marina in uniforme bianca che se ne stanno immobili ed in posa: “Vedete, loro se ne stanno fermi, ordinati e sull’attenti; è questo l’orgoglio americano mentre, di nuovo, la gente fugge con il terrore sul volto“. Sono poi opposte 2 copertine: lo speciale dell’Espresso che titola ‘E’ guerra’ e la copertina di Art Forum con lo speciale sulla nuova arte ed i nuovi artisti, New art new artist è il titolo: “A cosa servono una nuova arte e nuovi artisti se non si occupano di ciò che ci accade intorno?” commenta Vaccari. Nell’ultimo dittico tocca invece a Flash Art, con la copertina dedicata a Francesco Vezzoli, opposto all’edizione straordinaria di Panorama sul dramma di Manhattan. Conclude l’artista: “Ecco la vostra nuova arte: delicati ricami, atmosfere patinate ed eteree, un’arte che chiude gli occhi e si tappa le orecchie, in un tempo dalla memoria corta; non vi accorgete che stiamo già dimenticando ciò che è successo? Se non fosse per gli ultimi scandali dei servizi segreti nessuno parlerebbe più del Mullah Omar “.
Sull’11 settembre si erano cimentati già Cristiano Pintaldi e Ennio Bertrand, quest’ultimo con un video censurato in occasione dell’Armory Show di New York, ma questo appello di Vaccari suona come un violento moto di ribellione, un richiamo all’arte affinché recuperi la propria dignità ed il proprio ruolo sociale. In calce il testo di Franco Vaccari che correda il catalogo della mostra.

No fiction art (testo in catalogo)
Non ci sono molti esempi di instant-art nel senso di un’arte che reagisce contemporaneamente agli eventi della storia. Di solito l’arte ha bisogno di tempi lunghi durante i quali le emozioni troppo intense abbiano il tempo di sedimentare; il suo sguardo deve essere calmo piuttosto che eccitato. Contrariamente a quello che molti pensano compito dell’arte non è quello di provocare emozioni forti, ma di suscitare stati sotttili e rari di coscienza. Perché questo avvenga è bene, anche se non indispensabile, che attorno ci sia quiete e pace. Ma nel ‘900 è avvenuto qualcosa di nuovo: la sensibilità artistica ha preceduto, piuttosto che seguito, i grandi mutamenti che si sono verificati durante questo secolo per tanti aspetti straordinario.
Non sembra che si possa dire lo stesso per l’arte contemporanea. Il moto propulsivo che l’animava si è andato affievolendo per lasciare il posto a forme d’arte snervate che ricordano gli ultimi eredi di quelle casate che i troppi incroci dettati dal calcolo e dall’interesse hanno estenuato.
Il distacco fra mondo dell’arte e la vita è diventato di un’evidenza allucinatoria dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York. L’istantaneità con la quale l’impensabile è avvenuto ha prodotto un lampo di significato che ancora ci sta abbacinando mentre tentiamo di tradurlo in consapevolezza.
Tutti sembrano essersene accorti tranne il sistema dell’arte che, troppo imbozzolato in una supponente autosufficienza, continua a celebrare i propri stanchi rituali. Particolarmente insopportabili sono l’osmosi tra arte e moda e l’imperversare della fiction. Che la prima abbia fatto il suo tempo ce lo rivela, se ce ne fosse stato bisogno, persino un Armani quando dice: “Solo la parola lusso mi fa schifo”, mentre, a sua volta, la fiction è rimasta sepolta sotto le macerie del World Trade Centre il cui crollo dovrebbe svegliare l’Occidente dai suoi futili sogni riportandolo alla realtà. Franco Vaccari.

Breve bio: Franco Vaccari (Modena, 1936) è uno dei maggiori artisti italiani viventi, noto per la ricerca sperimentale di oltre 30 anni nel campo della fotografia, cinema e video. Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1972, 1980, 1993 e 1995. E’ stato protagonista di personali e collettive in tutto il mondo.

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Fedora Gollosi


“No fiction art”
Dal 25.V.2002 al 20.VII.2002.
Padova, galleria Estro, via S. Prosdocimo 30.
Ingresso gratuito.
Orari: dalle 16 alle 19.30. Chiuso domenica e lunedì.
Tel/fax: 0498725487 E–mail: estroarte@libero.it


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  • piove governo ladro
    i bus arrivano sempre in ritardo
    ...ehh...siamo in Italia
    alla posta non ci vado che c'è fila
    il mare adriatico è sudicio
    le tasse sono troppo alte
    ...
    ..
    .

  • Credo ke una scossa il mondo dell'arte la debba dare allo status quo. Vaccari non fa altro ke kiederla, invocarla forse. Esistono numerose teorie dell'arte, altrettante sull'arte, ma casca a fagiolo una ke io ritengo "macro": quella fenomenologia degli stili insegnata da Renato Barilli con l'approvazione + o - tacita del filosofo Marshall McKluhan. Esiste una ciclicità nella cultura che lascia spazio avanguardistico (passatemi il termine) ora all'arte (o cultura alta...non perdiamoci in elogubrazioni ora circa cosa sia da considerarsi alto o basso, per carità!) e ora alla tecnica (ovviamente: bassa cultura). In questo scambio anticipatorio di ciò che sarà il sociale vige la natura di una evoluzione. Se l'elettronica ha dato l'imput al '900 ora a rigor di logica spetterebbe all'arte promuovere lo scatto in avanti. Non siamo ancora dinnanzi a tale grazia, e anzi, la società del basso, del tecnico, del progresso sembra aver accordato lo strumento per barare: la tragedia delle torri gemelle si è imposta con tutta la sua crudele realtà, e l'arte non l'ha anticipata, ancora troppo presa ad elargire spettacolari inflessioni del fenomeno elettronico. Quantità vs Qualità. Scontro pugilistico che rivive con modularità maniacale. La quantità artistica ha lasciato troppo vantaggio al concorrente qualità. Vaccari credo desideri questo sorpasso: l'arte macini chilometri di vantaggio...ke sia la tecnica a seguire in recupero. Con le torri gemelle invece l'imput è andato ancora una volta alla cultura bassa, e l'arte invece di tentare un inseguimento, lascia la partita sperando in una improbabile "Bella". La scossa di questo artista è perpetuata all'insegna di un risveglio dal referenziale e a favore di una contemporaneità più esplicita...unoica forza in grado di determinare lo scatto ulteriore, il passetto in avanti con tanto di linguaccia alla quantità. Ben vemgano queste sveglie.

  • un'altro esempio di artista avvoltoio sempre pronto ad attacarsi al cadavere senza rispetto per chi soffre pur di fare notizia e di VENDERE le sue opere a caro prezzo a chi ha molti soldi magari fatti col commercio delle armi!!!!

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