Alla Galleria Contemporaneo di Mestre continua il viaggio attorno ai nuovi media; un viaggio volto a sondare le potenzialità artistico-espressive che le nuove strumentazioni della tecnologia digitale sono in grado di offrire.
Dopo il successo ottenuto con la presentazione dei progetti del duo napoletano
Bianco-Valente e del gruppo
Interno 3, tocca adesso all’artista ceco
Pavel Mrkus (Melnik, 1970; vive a Praga e a Valdek). Il suo compito consiste nel condurre il visitatore in una passeggiata cosmico-siderale che vuole essere anche un viaggio nel tempo; un tempo che, di volta in volta, è passato, presente,
fantastico e futuro.
Dotato di una solida formazione artistica, dopo aver studiato presso l’Accademia di Arti, Architettura e Design di Praga e condotto studi specialistici e di ricerca sulla lavorazione del vetro, Mrkus Pavel ha completato la sua formazione con studi teologici e con un lungo soggiorno in Giappone. Esperienze, queste, che hanno contribuito a forgiare una personalità tanto poliedrica quanto più completa, in grado di padroneggiare le nuove tecnologie, attraverso cui poter esprimere la conoscenza di un sapere antico.
Space Walk si presenta come una passeggiata che, partendo dai primordi della scienza cosmogonica, giunge, passando attraverso influenze mistiche e mitologiche, alla scienza astronomica attuale e futuribile. Condotta su coordinate spazio-temporali e fisico-filosofiche di origine ancestrale, la passeggiata di Pavel si articola attraverso quattro momenti distinti.
Il primo progetto, interattivo e site specific, proietta nelle viscere della Terra, lontano nel tempo, fino agli elementi fondanti, così come li aveva concepiti Empedocle: acqua, aria, terra e fuoco. Elementi ora materici, ora rarefatti che, variamente combinati, ricordano la creazione artistica del vetro, con le sue trasparenze e le sue rifrazioni. Il secondo progetto, anch’esso interattivo, permette di comporre a mo’ di patchwork un “quadro cosmico” formato da diversi filmati tratti dagli archivi della Nasa. Il terzo progetto riporta invece alla mitologia greca, alla dea Iris, messaggera degli dei e personificazione dell’arcobaleno. Proiettate sulle superfici di cinque antenne satellitari, le diverse sequenze video propongono immagini tratte dalla comunicazione globale. Molteplici ma non sempre scontati i rinvii al rapporto/confronto visivo tra oggetto-soggetto strutturato dall’iride e generato dallo sguardo.
La quarta e ultima tappa si conclude con una passeggiata proposta da un ragazzino che in solitudine cammina su una deserta “terra” rossa: forse Marte o comunque uno di quei pianeti dove -sebbene o per fortuna soltanto virtualmente- ci è già permesso passeggiare.