Collishaw, anzi, attingendo
indifferentemente all’arte rinascimentale, barocca, simbolista, fa risorgere
quella cosa segreta e sepolta che è la temporalità delle immagini, inserendo in
esse quella parte di “non-vissuto che è
in ogni vissuto”. Così la tradizione, pur restando tale, dà vita a nuovi
problemi percettivi, a nuovi domini teorici, a inediti contenuti di sapere.
Angel è una
stampa lenticolare (ispirata all’Annunciazione del Beato Angelico). Solo
che la trama di luci e di architetture dall’Angelico è alterata dall’uso di una
tecnologia che produce l’illusione delle profondità e immagini che si animano a
seconda dell’angolo di visuale assunto dall’osservatore. Ed è come se
l’infinito presente del dipinto assumesse un senso di impermanenza o di
sorprendente mobilità, simile a quella che si verifica in una scena
cinematografica.
Anche in Supernatural Sweet
Talk ci troviamo di fronte a una Annunciazione (mediata dalla “metereologia fantastica” del Garofalo).
Questa volta l’impalcatura verticale del quadro è retroilluminata da una barra
di led che, alla pari di una scansione radiografica, pare analizzare la
fisiologia stessa della pittura e dei suoi processi interni.
Ma per Collishaw nessuna
immagine ha un valore univoco, nessuna icona della storia dell’arte è chiusa
nel suo eterno statuto. Neppure l’Ultima cena di Leonardo da Vinci, che viene letteralmente stravolta, con gli
elementi architettonici ridotti a modellature dipinte a parete e con i
commensali sostituiti dalle immagini dell’estremo pasto di 13 condannati a
morte; neppure la figura di Ophelia (ripresa da Millais) che affonda tra le acque, in quanto il suo corpo in marmo
di Carrara scivola morbosamente tra onde di vetro ottenute attraverso una
sofisticata proiezione luminosa.
L’intento è sempre quello di evidenziare
come l’uso delle nuove tecnologie sposti più in là ogni esperienza visiva e
renda possibile pensare oltre le abituali immagini storiche e mitiche o,
quantomeno permetta di dischiudere in esse un’apertura a sensi altri e
ulteriori. Un po’ come succede in quella sorta di fantasmagorico diorama
collocato nella sala inferiore (e che richiama il Parnasso del Mantegna): una autentica “ruota della
vita”, in cui le piccole sculture, nel momento in cui l’opera inizia a girare
vorticosamente, danno l’impressione di prendere parte a una danza irrefrenabile
che sa di turbine, di carosello, di giostra, di mondo virtuale, di simulazione
plurisensoriale.
articoli correlati
Con
Cathy Wilkes da Raucci/Santamaria
Spirito –
Mat Collishaw – Outcasts
Mat
Collishaw – Nebulaphobia
luigi meneghelli
mostra visitata il 19 settembre
2010
dal 17 settembre al
20 novembre 2010
Mat Collishaw – Modern pastimes
a cura di Danilo
Eccher
FaMa Gallery
Corso Cavour, 25 – 37121 Verona
Orario: da martedì a
sabato ore 10-13 e 14.30-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0458030985; fax +39 0458011410; info@famagallery.it; www.famagallery.it
[exibart]
Mi hanno rubato l'automobile, modestamente è il nuovo progetto dell’artista napoletano visibile sulle vetrine di Neutro che mette insieme un…
Prosegue la corsa dei cimeli sportivi all’incanto. Da Sotheby’s, la maglia indossata a Città del Messico da Diego Armando Maradona…
La Via Appia, regina Viarum, uno dei monumenti più durevoli della civiltà romana, è stata inscritta nella Lista del Patrimonio…
In occasione della seconda edizione di Expodemic, il Festival diffuso delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma,…
Appuntamento questa sera, 28 luglio, con “be here now”, l’esposizione dei tre lavori inediti che l’artista olandese herman de vries…
La galleria Pinksummer porta l’arte fuori dalle sue mura espositive per fondersi con la città presentando una collettiva estiva dal…