Per la mostra promossa dalla Fondazione Giorgio Cini, in occasione della sistemazione del piano dedicato alle temporanee di Palazzo Cini, Ettore Spalletti (1940) ha esposto una serie di opere, realizzate tra gli anni ’80 e il 2015, che dilatano il percorso espositivo con gli elementi di un’alchimia cromatica e formale, quella sapienza della materia e dell’osservazione sempre ricercata, con coerenza, dall’artista abruzzese.
Concrete nella strutturazione plastica ed estese in uno spazio che si attenua, come forme pure delle sensazioni in dialogo con l’idea e la materia, le opere di Spalletti riescono a definire tutte le sfumature del termine “oggetto”. Nelle sue molteplici declinazioni, dall’obiectum alla res extensa di Descartes, passando per la forchetta di Munari e la sedia dell’Ikea, l’oggetto definisce qualcosa che giace contro, si offre per, indicando l’aspetto della realtà, anche quella non propriamente esistente, esposta al soggetto e da questi percepita, contraddetta, rimontata e distorta. La svolta epifanica che emerge dal Trittico azzurro o dalla serie delle Carte leviga l’ambiente con un presentimento di purezza instillato dall’accostamento dei materiali cromatici ma finisce per entrare in conflitto con una forza opposta, incontrando la storia evidente del luogo. Gli elementi delle ex stanze private del collezionista e imprenditore Vittorio Cini instaurano una relazione anche troppo stratificata con le opere, perché le linee sintetiche e i colori pastosi, caratterizzanti la poetica di Spalletti, non sempre si armonizzano con la forte policromia della pavimentazione e con le geometrie d’uso dei complementi d’arredo. L’interazione si risolve, invece, negli ambienti più spogli, dove la figura può distendere la propria intuizione eidetica, senza incontrare resistenze visive estranee.
Immerse nella luce e comprese nell’ombra degli angoli, perfettamente incluse tra il verticale e l’orizzontale, le opere di Spalletti creano una continuità leggera nella rigidità del reale, spazi nei quali tutto appare in velata sospensione, come un’icona della forma e della superficie.
Mario Francesco Simeone
Mostra visitata il 6 maggio 2015
Dal 25 aprile al 23 agosto 2015
Ettore Spalletti
Palazzo Cini
Dorsoduro 864, Venezia
Orari: tutti i giorni, dalle 11.00 alle 19.00. Chiuso il martedì
Info: tel. 041/2710217 – palazzocini@cini.it