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fino al 25.I.2003 | Lucio Fontana – le ceramiche | Verona, Studio la Città

di - 23 Gennaio 2003

La ceramica è sempre stata considera un’arte minore, certamente sottovalutata dal collezionismo; almeno fino alle realizzazioni di Jeff Koons che ne ha sublimato il valore al di là della tecnica, letteralmente imponendo una lettura concettuale inedita del suo impiego, nell’ottica postmodern. E se lo scarso valore dato alla ceramica dal mercato risulta spesso inspiegabile per gli storici dell’arte moderna, vista l’importanza rivestita da questa tecnica in tutte le epoche della storia, ciò non cessa di stupire pure molti dei teorici dell’arte contemporanea e studiosi di Lucio Fontana che, forse anche nella consapevolezza di questa minore considerazione, nella ceramica ha forse espresso liberamente il suo genio, potendo operare con grande piglio sperimentale nella dimensione che più gli fu congeniale: lo spazio.
In mostra rare e preziose opere figurative della fine degli anni ’40, in cui l’artista mostra di aver pienamente recepito il rinnovamento dell’arte scultorea in senso espressionista, naturalistico e pittorico, tra la seconda metà dell”800 al primo ‘900, condotto lungo la linea che unisce Giuseppe Grandi a Paolo Trubetzkoi, Ernesto Bazzaro a Adolfo Wildt, fino alla figura massima della plastica a cavallo dei due secoli, Medardo Rosso .
Il gusto per il non-finito delle figure di Fontana anima la materia che sembra però volgere, anziché verso la compituezza in senso figurativo tradizionale, versouna sintesi astratta, divergendo dalla rotta di Picasso, ma approdando alle medesime spiagge dell’indagine spaziale. E sono proprio le formelle bucate di Fontana, i piatti graffiati, gli splendidi ovali forati o tagliati, tra gli anni ’50 e ’60, a determinare una nuova rivoluzione nel ‘900, sotto l’unico nome di “concetti spaziali”. Se Picasso (anch’egli ceramista, non a caso) diede nuova prospettiva allo spazio dopo Masaccio, Fontana né definì la dimensione temporale (la specificazione di “attesa” spesso associata al “concetto spaziale” ne è una limpida dichiarazione), misurando la fisicità del vuoto, spalancando le porte alla grande stagione minimalista .
Le ceramiche e le terrecotte in mostra sono veri capolavori che hanno anche il non trascurabile pregio di anticipare anni luce molta parte del design contemporaneo.

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alfredo sigolo


“Lucio Fontana: le ceramiche”
Dal 30.XI.2002 al 25.I.2003.
Verona, galleria Studio la Città, via Dietro Filippini 2.
Ingresso gratuito.
Orari: da martedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso domenica e lunedì; depliant con testo critico di Sergio Casoli in galleria.
Tel/fax: 045597549 E–mail: la.citta@sis.it


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