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Fino al 25.III.2001 | Kai Kaljo & Ly Lestberg | Venezia, Galleria Nuova Icona Giudecca

di - 23 Marzo 2001

KAI KALJO & LY LESTBERG / what do You read, my lord?
Rappresentare la propria vita sotto forme diverse e con ricerche personali.
Partendo dalle esperienze personali e dalla ricchezza delle tecniche moderne, le due artiste Estoni hanno trasportato nella manifestazione di Venezia un punto di vista personale, ma soprattutto l’originalità della loro terra, delle transizioni artistiche negli anni novanta.
L’Estonia infatti è stato un paese che fino a quell’epoca era rimasto isolato dal mondo internazionale dell’arte. Quando alla fine del decennio si sono aperte le frontiere dai nuovi media, le possibilità di lavorare con video e fotografie ha attivato molti artisti verso nuovi interessi.
Kaj Kaljo, che si era specializzata nel lavoro delle vetrate artistiche e Ly Lestberg che con esperienza di incisore aveva già acquisito consensi in campo figurativo, hanno scelto nuove tecniche per realizzare a pieno il loro estro artistico.

Il lavoro fotografico di Lestberg è strettamente legato alla sua abilità grafica, dove il segno ha bisogno di un contorno elaborato da sfumature e lievi incisioni per mettere in risalto il particolare, per riuscire a coprire di una leggera nebbiolina il soggetto, quasi fosse sotto una luce un po’ velata, dove i raggi non penetrano mai in maniera decisa.
A lei piace inventare storie romantiche, creare una realtà fortemente intrisa di questi ideali. Le sue fotografie sono una ricerca di minuscoli corpi coinvolti in scene sentimentali, come già ricercate nell’incisione. Gradatamente le storie messe in scena in quelle foto
elaborate, riescono a fare molto vivo il senso dell’immaginario collegando i singoli frammenti visivi delle storie, che pur avendo una loro autonomia sono sufficientemente significativi e legati tra di loro
permettendo di fare congetture diverse sulla possibile storia delle immagini.
Il titolo stesso della mostra “ What do you read, my lord” (che cosa leggi, mio signore?) è la sintesi dello spirito creativo dell’artista.

Lei infatti cattura la nostra attenzione , pone delle ipotesi, fa delle allusioni usando i gesti, le scene, i costumi; quasi come se messi insieme realizzassero una storia con un particolare significato, mentre il risultato più importante è l’interpretazione dello stesso spettatore.
K.Kaljo, lavora soprattutto sulle esperienze personali legate alla realtà, alle relazioni, alle interpretazioni della realtà data dalla gente, alle azioni contrastanti, all’ironica e a quanto di buffo ha trovato nella sua stessa vita.
I suoi video sono come delle brevi storie brillanti: immediate nella comunicazione, curate e ben calibrate nei dettagli. Il suo percorso è segnato soprattutto dalle tappe di “ A Loser” sino al “Love letter to Myself” del 1999.
Il primo è stato realizzato con mezzi tecnologicamente meno precisi, che però l’artista ha saputo ben far corrispondere alla sua personalità, interpretando la sua vita, ha trovato che proprio questa era la cosa più buffa che al momento potesse concepire. Successivamente è stata in grado di elaborare e creare un sottile e sofisticato poema visivo.

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Lidia Mazzetto




Galleria Nuova Icona (Giudecca Calle dell’Olio, 454 fermata del
vaporetto “Palanca”
linee 82-41 42) dal 4 al 25 marzo 2001 aperto da giovedì a domenica



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