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fino al 25.V.2003 | Wladimiro Tulli – Lirismi Alchemici | Verona, Palazzo Forti

di - 11 Aprile 2003

Con Wladimiro Tulli se ne va un pezzo di storia dell’arte italiana che, partendo dall’ultimissimo futurismo, abbraccia buona parte delle espressioni d’avanguardia degli ultimi sessant’anni. Nato nel 1922 a Macerata, città nella quale risiederà per tutta la vita, aderisce giovanissimo al gruppo futurista locale U. Boccioni,, diretto da Bruno Tano. Suoi compagni d’avventura sono Umberto Peschi, Elio Piccioni, Mario Coltorti. Sono gli anni in cui a Macerata è attivo il FuturCine, cinema sperimentale futurista, e Filippo Tommaso Marinetti viene accolto con tavolate imbandite di pane e salame.
Il titolo della mostra veronese, Lirismi alchemici, istintivamente potrebbe ricordare i Chimismi lirici contenuti in BÏF§ZF+18, celeberrimo libretto dell’Ardengo Soffici in pieno periodo futurista. I lavori maturi di Wladimiro Tulli, che ci accolgono nelle prime sale, sono un’esplosione di colori e allegria. Ne ho tratto una felicità che mi rimarrà nell’animo: per la fantasia di continuo nuova, per la spontaneità stupenda del colore, così si esprime nel ’61 Giuseppe Ungaretti parlando della pittura di Tulli.
La sperimentazione astratta che Tulli conduce a partire dal dopoguerra non è insensibile alle suggestioni internazionali: dall’informale americano al surrealismo di Mirò, senza dimenticare le lezioni italiane di Licini e di Burri, dei quali fu amico. Forse proprio all’influenza di Burri sono riconducibili i “materassi”, ovvero tele in cui sono cuciti e incollati drappi righettati di vecchi materassi. Accanto all’impasto pittorico il polimaterismo di Tulli prevede la presenza sulla tela di sottili lastre di sughero, zolfo, tovagliette prodotte industrialmente e rattoppate, bottoni, schegge di legno e tronchi, carta da musica, filo da cucire e da ricamo penzolante o incollato a caso sul piano. Il tutto è mischiato a colori, acrilici o aolio, stridenti, accesi, acidi, quasi fluorescenti. Per trovare la chiave di questa esplosione cromatica basterebbe forse riprendere in mano qualche vecchio manifesto futurista, come quello de La pittura dei suoni, rumori e odori, di Carlo Carrà , datato 1913, e leggere ad esempio che la pittura dei suoni dei rumori e degli odori vuole i rossi, rooooosssssi roooooosssissssimi che griiiiiidano; i verdi non mai abbastanza verdi, veeeeerdiiiiiisssssimi che striiiiiidono; i gialli non mai abbastanza scoppianti; i gialloni polenta; i gialli zafferano; i gialli ottoni.
Altre opere, come Zolfo materasso del 2000, trasmettono un’aria “cosmica” che trova come matrice più immediata l’aeropittura astrattizzante di Prampolini, artista molto amato da Tulli nella giovinezza. Ancora un sottile rimando al Futurismo?
Una sala è dedicata a schizzi e collage di dimensioni ridotte sul motivo dell’aereo, mentre una seconda ospita dei bassorilievi di aeroscultura, che precedono dieci opere in bronzo colorato di elevata qualità artigianale. L’aerofuturismo di Tulli risulta lontano dal dettaglio meccanico, dalla prospettiva spericolata o guerresca che caratterizzerà l’opera di molti colleghi e rimane più vicino alla corposità della materia o all’economia compositiva.
La mostra si chiude con la sezione denominata “Aerofuturismo_Il volo “, e raccoglie i lavori che vanno dal 1938 al ’44, anno della morte di Marinetti e “fine” ufficiale del movimento. L’aerofuturismo trasformò l’Italia in un immenso distretto artistico d’avanguardia, dove ogni “prodotto” era contraddistinto da un “logo” (o forse “marchio di qualità”) – l’aereo – che ne certificava provenienza culturale e intenti spazzando via concetti la classica contrapposizione tra centralità e periferia.

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marco mancin
mostra visitata l’8 marzo 2003


Wladimiro Tulli – Lirismi alchemici – fino al 25.V.2003 – Verona, Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti. -Vicolo Volto Due Mori, 4 (Corso S. Anastasia) – Orari: 9.30 – 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00); Catalogo Marsilio editore. Per informazioni: tel. 045 8000804, 8000466 – email: pforti.info@palazzoforti.com  – www.palazzoforti.it

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