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C’è un altro buon motivo per parlare ancora di Venezia e dell’offerta predisposta dalla città durante la Biennale. Si tratta di “Dancing Makes Me Joyful”, mostra composta da quattro installazioni multimediali e da un’opera a pastello di Lena Liv.
Ma chi è Lena Liv, nome forse poco noto in Italia ma molto apprezzato all’estero, tanto da essere presente nelle collezioni di importanti musei, quali (tra gli altri) il : Diozesanmuseum e il Ludwig Museum di Colonia, il Folkwang Museum di Essen, il Ludwig Museum di Colonia, Il Museo di Belle Arti di Houston e il Tel Aviv Museum of Art. Lena Liv è un artista che nel suo lavoro incrocia pittura, fotografia, scultura e danza. Come è nel caso di questa mostra veneziana dove due monitor raccontano la processualità che ha dato origine alla mostra e l’incontro con la performer e coreografa Lindy Lisingo. Si tratta di una collaborazione iniziata a Villa di Corliano in Toscana e durata più di un anno per esplorare l’idea di danza come forma di pensiero e le aperture concettuali, oltre che schiettamente fisiche, che il movimento può generare.
Al centro è l’indagine sul corpo, in particolare sul suo movimento come vettore di esplorazione dello spazio e creazione di un ambiente. Così è stato nella performance del 7 e 8 maggio che hanno inaugurato la mostra a Palazzo Flangini. Il bellissimo edificio, al cui piano terra è allestita “Dancing Makes Me Joyful”, ha come preso vita con l’intervento performativo di Lisingo, che per circa 15 minuti ha ruotato e danzato su un supporto a sua volta ruotante, creando una specie di cerchio infinito, che evoca la perfezione della circolarità della danza dei dervisci, in cui lo sguardo del pubblico era risucchiato.
Lindy Nsingo è nata in Zambia, ma si è formata professionalmente in Inghilterra e in Sud Africa. Decisivo è stato l’approfondimento delle tecniche di Merce Cunningham e soprattutto di Martha Graham da cui ha mutuato la centralità del corpo e la necessità di stare a terra per realizzare al meglio il movimento.
Come dice il titolo stesso della mostra, “Dancing Makes Me Joyful”, racconta la gioia del movimento, la capacità quasi ipnotica della rotazione che dal fulcro del corpo si estende fino a reinventare lo spazio. E per esprimere, almeno simbolicamente, che la rotazione non ha fine, in giro per Venezia sono state posizionate una serie di insegne al neon che dicono semplicemente dancing makes me joyful.
Chiara Rivelli
Mostra visitata il 7 maggio
Dall’8 maggio al 15 agosto 2015
Dancing makes me joyful
Palazzo Flangini,
Cannaregio 252, 30121 Venezia
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 18
Info: http://www.dancingmakesmejoyful.com/