I flash, ciascuno da tremila kilojoule, brillavano inaspettati, nascosti da flussi di luci stroboscopiche e decibel tali da divenire quasi materia nello spazio.
“Nessuno però sembrava accorgersene, nessuno smetteva di ballare”. Così è stato realizzato il reportage fotografico dedicato al divertimento notturno giovanile, dal sapore antropologico, col quale
Massimo Vitali (Como, 1944) ha indagato il comportamento delle masse nei nuovi luoghi di culto dei giovani italiani di fine anni ’90, le discoteche. Di sapore piuttosto sociologico è invece il lavoro di
Gabriele Basilico (Milano, 1944), calato negli stessi templi del divertimento ma interessato, vent’anni prima, a cercare spunti di dialogo coi giovani di una generazione precedente,, quella degli ’70. Simili sono le movenze dei corpi e l’officio del rito notturno del divertimento in quei luoghi nati da poco –il dancing, diretto erede delle balere– al quale l’opinione pubblica guardava con interesse e sospetto.
I due lavori in mostra da Jarach sono stati commissionati ai fotografi da riviste di costume (
Alessandro Mendini, direttore di
Modo, nel caso di Basilico era interessato anche all’aspetto architettonico e all’arredamento delle sale da ballo) e realizzati con il consenso dei gestori dei locali. Inconsapevoli erano invece i protagonisti, colti inaspettatamente dagli obiettivi nel buio della notte. Un percorso
on the road per documentare, tra foto-giornalismo e psicologia, quel “popolo” che ancora oggi rappresenta una tribù coesa e per molti aspetti impenetrabile per chi non ne condivide orari, usi e costumi.
Basilico presenta
Dancing Emilia, una serie di scatti originali in bianco e nero della primavera del 1978, rigorosamente in tiratura unica e realizzati
“con la macchina al collo come i reporter”. L’indagine conduce alla scoperta di una quindicina di locali lungo la Via Emilia, fino alla
Ca’ del liscio di Ravenna,
“un dancing aperto da poco, grande come uno stadio”. Vitali offre invece sei vedute d’insieme di grande formato, realizzate con una macchina fotografica 20×25 munita di cavalletto tra il 1997 e il 2002. Una serie che è l’ideale prosieguo di quella serie estiva, dedicata al divertimento in spiaggia.
Basilico evidenzia le fisionomie, isola le
figure con la luce in pose plastiche, all’interno di scenografie ricercate. Vitali, con ampie vedute a volo d’uccello, annulla le differenze individuali, creando popolose coreografie di volumi compatti in movimento, che appaiono però disinteressati allo sguardo dell’artista, statici e posati. Il primo stabilisce razionalmente il ritratto, il secondo lo intuisce nel buio, entrandone in possesso solo in fase di sviluppo. Entrambi sono animati dallo stesso voyeurismo, che spinge anche il visitatore a osservarne minuziosamente i lavori. Cambiano i luoghi, i balli, le mode; la liturgia è sempre la medesima. Un atavico impulso al divertimento libero e trasgressivo, che uniforma i ragazzi d’ogni epoca -una lunga adolescenza che passa dal bianco e nero al colore, senza ringiovanire e senza invecchiare- e che bene restituisce lo spaccato di un’Italia che cresce e di un’ atmosfera, per quanto generalista,
“esuberante, originale, tutta nostrana”.
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non era "FROM disco to disco"!?
davvero imbarazzante il lavoro di Basilico... vabbe' che era molto giovane allora, ma c'era davvero bisogno di riciclarsi pure questo?
"misteri" del mercato dell'arte...