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fino al 29.IV.2006 Urs Lüthi Treviso, Galleria l’Elefante
venezia
A metà. Tra il maschile e il femminile. Tra il bianco e il nero. Per far perdere l’equilibrio alle convenzioni. Non siamo solo quello che sembriamo, perché basta poco per sembrare tutt’altro...
di Carolina Lio
Il percorso di Urs Lüthi (1947, Lucerna) è una ricerca progettuale sul corpo umano, sulle sue possibilità trasformative e sulle sue ricercate ambiguità e provocazioni. Tramite ritocchi del proprio viso, l’artista si trasforma in un essere a metà tra il sesso femminile e quello maschile o in caricature forzate di personaggi. Fatto questo si immortala tramite i famosi autoscatti. Di questi, nel 1973, scriveva così: “Un ritratto ha una sua propria esistenza che vive al di fuori di me. Chi lo osserva lo paragona al proprio fino a modificarsi, e sdoppiarsi. Questo è il mio contributo alla coscienza di sé, dei propri limiti, dei propri eccessi, delle proprie possibilità e anche delle diverse realtà che vivono sotto una stessa realtà”.
In mostra alla Galleria L’Elefante, che lo ha già incluso nella collettiva di novembre 2005 sui nomi più incisivi della body art, troviamo circa una ventina di foto che documentano le trasformazioni di Lüthi, il cui tema è appunto la realtà sotto la realtà, il doppio che vive nel singolo. Non siamo (solo) ciò che appare; con poco e niente potremmo apparire completamente diversi, facendo venire a galla nuove prospettive della nostra esistenza intima, scoprendone i segreti. Attraverso le foto in mostra, scattate nell’arco di trent’anni, rigorosamente in bianco e nero, vengono quindi fuori le altrettante sfaccettature della personalità dell’artista, tragiche, comiche, sensuali, grottesche, felici o arrendevoli. E il visitatore è invitato ad immedesimarsi, riconoscendo nelle opere le proprie diverse componenti, manifeste o meno.
L’effetto è quello spiazzante che ancora oggi, alla faccia della modernità che pretendiamo di avere, è latente sotto ogni forma di relazione umana. Non troviamo forse difficile rapportarci ad una persona che non riusciamo in nessun modo a classificare, a inquadrare dentro uno schema pregresso di situazioni che sappiamo come affrontare e valutare? Lüthi mette in mostra la debolezza di questo sistema, basato su fili invisibili che pretendono di reggere tutta la nostra vita sociale. Le sue sono delle fluidificazioni, per prendere a prestito un termine che gli ha dedicato Renato Barilli. Qualcosa che va oltre il solido, quindi, se per solido si intende il pilastro delle convenzioni dell’apparire e dell’essere.
carolina lio
mostra visitata il 12 aprile 2006
Urs Lüthi
Treviso, Galleria l’Elefante, via Roggia 52
orario di visita: dal martedì al sabato 15.30-19.30 o su appuntamento – per informazioni: 0422419550 – galleria.elefante@libero.it
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