Il colore della luce e il cangiante baluginio delle acque veneziane ha da sempre affascinato gli artisti a nord delle Alpi, ancora prima che il Rinascimento maturasse nella città dei dogi. E il duo Schönbächler / Gubelmann, cinque secoli dopo Giorgione e Tiziano, dimostra come la leggerezza della laguna mieta vittime inconsapevoli. Non è uno degli scontati topoi da cartolina, dato che le modalità scelte dai due artisti svizzeri che hanno eletto Venezia a città di residenza e lavoro, sono il vetro e le immagini, forme d’espressione per loro natura scarsamente materiche.
Daniela Schönbächler (nata nel 1968; ha al suo attivo una prestigiosa collaborazione con Mario Botta) realizza per lo spazio espositivo un’opera site specific che fonde pittura, scultura ed architettura. Creatura mia, ascolta, ascolta il silenzio è una sorta di paravento in vetro dipinto composto da tre costoni raccordati da una cornice metallica. Le superfici vitree sono state dipinte con nuvole di nero ed il gioco di riflessi e trasparenze è portato alla sua massima espressione: lo spettatore, nello spazio buio della sala, è confuso tra gli effetti a specchio, le ombre proprie ed il buio indeterminato della pittura, quasi dolcemente spaesato. Peccato però che i profili metallici che contornano le tre sezioni siano di colore acciaio, chiaro, in netto contrasto con la leggerezza del materiale e tendano quasi a tenere con i piedi per terra un’opera che fa della leggerezza il suo punto di forza.
Gilles Gubelmann (nato nel 1959, una lunga esperienze come costumista, scenografo e regista d’opera) unisce la leggerezza delle immagini alla sua vocazione teatrale. Da un lato realizza infatti una proiezione video di arie e brandelli d’opera –alle quali talvolta egli stesso ha collaborato–su due tende sfalsate utilizzando le musiche originali del melodramma o quelle della compositrice Olga Neuwirth.
Dall’altro ha montato un’installazione ironica e personalissima, caratterizzata dalla tagliente compenetrazione tra video e realtà. Si tratta di un tavolo drappeggiato da tovaglie da ricevimento che utilizza uno schermo come base d’appoggio per dei bicchieri vuoti. Sul video passano immagini con persone che versano aranciata, bibite, succhi di frutta, mentre un neon blu in alto avverte, provvidenzialmente, che si tratta di un (postmoderno) Buffet. A cui non resta che brindare.
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daniele capra
mostra visitata il 20 ottobre 2005
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