La Bersani sfrutta in modo appropriato l’articolato spazio della galleria veronese con un progetto di ambientazione per singole stanze, a ricreare una sorta di casa ideale.
L’ingresso diventa la sala della colazione, con la tavola imbandita di tazze da te e torta di panna, il lampadario, la gabbia per uccelli; c’è poi la stanza da letto, con il grande letto, la lampada, seggiola e attaccapanni; in mezzo una sorta di camera dei giochi o delle bambole, con teatrini ambientati che pendono dal soffitto.
Ogni oggetto è interamente ricoperto di pannolenci in forma di fiori, foglie e rami, le cui propaggini germogliano e crescono in tutte le direzioni: un rampicante infestante che invade ogni cosa modificando la forma e la natura, ma che ne genera anche di nuove, dilatandosi nello spazio. Nascosti tra le foglie si possono anche riconoscere i semi originari, forme vaginali organiche e carnose ancora dischiuse.
Dice propriamente il curatore Gianluca Marziani: Eppure non ti abbandona un’emozione di lentissimo, quasi intangibile disagio. Intuisci che qualcosa di velenoso potrebbe celarsi sotto la foglia….
Antonella Bersani (Milano, 1965) crea con l’utilizzo del ricamo una suggestiva scenografia al femminile che si sintetizza in una ridefinizione della prassi scultorea. Sculture sono gli oggetti ricoperti di pannolenci e velluti, sculture sono
Si può ragionevolmente sostenere che l’artista riesce a caricare di qualità organiche la materia inerte, donandole una vitalità ed una carnalità suggerita già nella scelta dei materiali e dei colori, quindi esaltata dal loro impiego e trattamento plastico. Completano la mostra veronese una serie di stampe digitali che riprendono i temi floreali, composti sul piano in forma di pattern speculari.
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