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Una mano per fumare, una mano per disegnare. La mostra di Philip Guston alle Gallerie dell’Accademia di Venezia si snoda attraverso un percorso di oltre 50 dipinti e 25 disegni che ricostruiscono l’attività del pittore americano tra il 1930 e il 1980 e ne rivelano il processo creativo, una riflessione costante e profonda sulla pittura e sull’esistenza, nutrito dello studio dell’arte rinascimentale – in Italia negli anni giovanili – e dalla passione per la letteratura e la poesia.
D.H. Lawrence, W.B. Yeats, Wallace Stevens, Eugenio Montale e T.S. Eliot sono gli interlocutori ideali di Guston, insieme a poeti più giovani, come Bill Berkson, Clark Coolidge, and Alice Notley, di cui medita i testi in diverse serie di disegni, dove parole e immagini dialogano, a volte come enigmi da sciogliere, a volte specchio l’uno dell’altro.
Vi si ritrovano tutti gli elementi che Guston sviluppa successivamente nei dipinti: i piedi giganti che rimandano ad antiche vestigia romane, le teste surreali dal grande occhio spalancato, gli orologi che scandiscono le notti insonni, matite e sigarette, e quel dito, che spuntando dal bordo del foglio indica un elemento isolato o traccia un segno, apparizione demiurgica degna dei dipinti medioevali. Surreali e autobiografiche, le tele di Guston rimangono nel tempo ancorate a un universo cromatico in cui pochi toni – dal rosa alla terra di siena – servono a descrivere lo stato d’animo dell’artista, le sue ossessioni e i turbamenti di uomo e di artista. Così è la meditazione sulla morte ispirata da T.S. Eliot e dipinta un anno prima della sua stessa scomparsa, in cui il sonno spesso evocato altrove sprofonda in una notte nera, o lo studio dell’artista, illuminato da una lampadina nuda, dove su uno sfondo carnicino fluttuano le forme tipiche del suo lavoro. A fianco delle opere dal tratto più caratteristico, la mostra presenta anche lavori giovanili dove più letterale è l’attrazione per la pittura antica e per il surrealismo, e testimonia il passaggio di Guston attraverso l’esperienza dell’espressionismo astratto della scuola di New York, un breve periodo che tuttavia riemerge in filigrana anche nella produzione successiva, laddove più carica è la densità dell’impasto e la stesura del colore.
Silvia Simoncelli
mostra visitata il 10 maggio
Dal 10 maggio al 3 settembre 2017
Philip Guston and The Poets
Gallerie dell’Accademia,
Campo della Carità, Dorsoduro n 1050, Venezia
Orari: Lunedì 8.15 – 14.00; da Martedì a Domenica 8.15 – 19.15
Info: www.gallerieaccademia.org