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Francesco Pandian, direttore di Artericambi Gallery porta a Verona l’artista argentino Mariano Sardón, per la prima volta rappresentato da una galleria italiana dopo numerose personali e collettive in ambito internazionale e il successo ottenuto a Venezia in occasione della 57esima Biennale d’Arte.
La mostra “Morfologia di sguardi”, visitabile fino al 3 maggio, racconta di un lavoro complesso realizzato da Sardón in collaborazione con il neuroscienziato Mariano Sigman. Arte, scienza e tecnologia si fondono e danno vita a opere estremamente stratificate in cui la profondità del concept si accompagna a risultati sorprendentemente fini ed esteticamente qualificati. L’occhio, principale strumento di indagine dell’essere umano, veicolo prediletto attraverso il quale ci rapportiamo con il mondo, diviene l’oggetto e il soggetto di una ricerca sulla percezione che da un lato affonda radici profonde nella storia dell’arte, dall’altro si lega agli studi scientifici e sociologici più all’avanguardia. L’arte dopotutto è già di per sé uno sguardo sul mondo e si è molto spesso interrogata sulle modalità di percezione della realtà in una continua oscillazione tra affermazione e negazione della visione, esaltazione e superamento del visibile, rappresentazione e interpretazione del soggetto. Il lavoro di Sardón sulla “morfologia dello sguardo” si inserisce proprio in questo eterno dibattito rendendolo però estremamente contemporaneo, calandolo nel nostro tempo attraverso l’utilizzo della tecnologia. Avvalendosi della collaborazione di laboratori dotati di apparecchiature eye-tracking in grado di rilevare e tracciare i movimenti dello sguardo, l’artista ci rivela i meccanismi inconsci, automatici del nostro occhio in rapporto con il mondo: dove si posa quando osserva un volto? Cosa coglie di una mappa antica? Su cosa si sofferma davanti a un paesaggio? Qual è il suo percorso nello scorrere le pagine di un libro? Il risultato è sorprendente. Non solo perché scopriamo che il nostro vedere si struttura come una continua selezione, che l’occhio non è un organo passivo ma opera costantemente delle scelte; non solo perché scopriamo trend di comportamento utili ad analisi di tipo antropologico, ma soprattutto perché tutto questo si trasforma, grazie Sardón, in opere d’arte da esplorare infinitamente. Nei suoi video l’immagine si compone e si scompone grazie alla somma degli sguardi di centinaia di soggetti, come il continuo tessere e disfare la trama di un arazzo, l’eterno costruire e distruggere una ragnatela di fili virtuali. Nascita e morte del visibile.
Mariano Sardón. Morfologia di sguardi
In mostra sono presenti tre video della serie The Wall of Gazes in cui viene analizzato il comportamento di 200 sguardi su un certo numero di volti. Sardón riscopre così uno dei generi più tradizionali dell’arte – il ritratto – ma quello che ci propone non è il punto di vista dell’artista, è la percezione di uno stesso viso da parte di una moltitudine: “uno, nessuno, centomila” punti di vista su uno stesso soggetto, che nel loro muoversi sulla superficie tessono un’immagine. Osservando questo processo demiurgico, quasi magico, è interessante notare che il primo elemento a comparire su queste tele fatte di pixel sono proprio gli occhi.
Fanno parte dell’esposizione ad Artericambi Gallery anche 6 stampe fotografiche ottenute da frame, istanti congelati ed eterizzati di lavori sull’osservazione del volo di un paracadute, di paesaggi urbani, di monumenti noti, etc. Ne risultano opere estremamente liriche che vanno dalla pura astrazione (come in Flight 1) al groviglio di materia organizzato in una forma (come negli skyline della serie Drawings by the Eye).
Completano la mostra 4 installazioni che derivano dalla reificazione delle analisi con le apparecchiature eye-tracking: evidenze piene quando nel processo di stampa l’artista seleziona le linee seguite dall’occhio su una mappa, percorsi in levare quando l’opera si realizza attraverso la sottrazione di materia laddove lo sguardo non si è andato a posare. È proprio questo il caso di Read Unread in cui al testo (non a caso la Storia dell’occhio di Bataille) viene applicato un processo di cancellazione che ricorda certe ricerche verbovisuali alla Isgrò. Ma questa volta non è la mente a scegliere cosa togliere o cosa tenere per affermare negando: è il lavoro di selezione e sintesi dell’occhio – capace di cogliere il tutto attraverso il frammento – a isolare porzioni di frasi, parole, lettere.
“Disegnate dallo sguardo” le opere di Sardón si dimostrano un ottimo campo di contaminazione tra arte e scienza a dimostrazione di quanto due discipline apparentemente così lontane possano scoprirsi intimamente connesse.
Jessica Bianchera
mostra visitata il 10 aprile
Dal 03 marzo al 03 maggio 2018
Mariano Sardón. Morfologia di sguardi
Artericambi Gallery
Via Leida, 6/A
37135 Verona
Orario: da martedì a sabato, ore 10.00 – 13.00 e 15.00-19.00
Info: +39 335 1330087 info@artericambi.com
www.artericambi.com