Categorie: venezia

fino al 3.VII.2005 | Andrea Palladio e la villa veneta | Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto

di - 11 Maggio 2005

Come dimostra la pregevole esposizione vicentina ospitata nel palazzo progettato da Palladio stesso, è nella Roma antica che nasce il mito della casa di campagna. Insieme a quello della vita condotta lontana dagli affari e dalle preoccupazioni della città, nell’otium, con la tranquillità per potersi dedicare alla filosofia, alla letteratura, ai trattatati di botanica e agricoltura, ma anche ai piaceri conviviali dell’amicizia e del cibo, come testimoniato da Plinio il Giovane, Varrone, ma anche Cicerone ed Orazio. Umanista ante litteram, Petrarca è tra i primi a scegliere la campagna, ad Arquà, lontano dalla Padova in cui infuriava la peste. Ma è solo nel Cinquecento, con il riassetto della terraferma veneziana, unito ad un’accorta politica agraria, che la villa in campagna diventa un’esigenza per l’aristocrazia fondiaria della città lagunare: la villa infatti coniuga in sé la funzione di dimora e di centro direzionale dell’azienda agricola. Non mancano i modelli, e naturalmente l’architettura romana diventa la prima delle fonti.
Gli affreschi romani del Museo Archeologico di Napoli sono tra i più antichi in cui compaiano case di campagna.

È da li che nutrono la propria fantasia architetti come Giuliano da Sangallo, quando realizza –con i consigli di Lorenzo il Magnifico– la Villa Medicea di Poggio a Caiano, di cui è presente la rarissima pianta in pergamena tratta dal Taccuino Senese, oltre che all’Annunciazione di Biagio d’Antonio, prima presenza della casa nell’iconografia pittorica.
Sarà grazie ai trattati De Re Aedificatoria di Leon Battista Alberti, ai lavori romani di Raffello e Antonio da Sangallo nonché della residenza di Palazzo Tè progettato a Mantova da Giulio Romano, che maturerà il seme delle ville venete, i cui prodromi si possono riscontrare nell’ormai distrutto Barco di Caterina Cornaro -di cui è esposta una planimetria- presso il quale il Bembo ambientò le vicende degli Asolani, di cui è in mostra la prima edizione veneziana.
La campagna veneta di dolci colline, puntellata da alberi e siepi, ma anche prostrata dalla furia dei fiumi come dimostra la pala di Jacopo da Bassano, diverrà d’ora il luogo privilegiato di residenza: ecco il fiorire le ville, cui Palladio darà un contributo fondamentale.

Sono esposti i modelli lignei opportunamente realizzati di tutte le ville, i rilievi antichi e alcuni progetti (come Villa Mocenigo, Villa Poiana, Villa Thiene) dell’architetto nonché la traduzione del trattato di Vitruvio, realizzata con l’umanista Daniele Barbaro per il quale realizzerà la celebre villa a Maser con gli affreschi di Veronese. Ma alla magnificenza architettonica, alle cucine ricche di cibo, ai concerti e alle cacce dei nobili (come si vede nelle tele del Pozzoserrato, negli affreschi dello Zelotti) si contrappone la ruvida vita dei villani sottomessi, protagonisti delle commedie del Ruzante, e che Previtali ritrae nelle case con il tetto a paglia.
Ma l’idea palladiana di villa vive ben oltre con la stagione rinascimentale: passando dalla reggia settecentesca a Carlo Scarpa, la mostra racconta sinteticamente l’eredità dell’architetto il cui lavoro si consiglia vivamente di apprezzare nei numerosi siti compresi negli itinerari.

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daniele capra
mostra visitata il 29 marzo 2005


Andrea Palladio e la villa veneta. Da Petrarca a Carlo Scarpa
a cura di Guido Beltramini e Howard Burns
Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto, contrà Porti 11
tutti i giorni (inclusi festivi), da lunedì a giovedì 9.30-18.30, da venerdì a domenica e festivi 9.30-20.00
catalogo Marsilio
ingresso valevole un giorno (il biglietto comprende la visita alle ville dell’itinerario) intero € 10, ridotto € 8, scuole € 5; per tre giorni rispettivamente € 16, € 13, € 8; una settimana € 20, € 16, € 10
per informazioni tel. 0444 313014, fax 0444 322869
possibilità di visite guidate e laboratori per le scuole
www.cisapalladio.org


[exibart]


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