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fino al 3.XII.2006 | Il Paradiso di Tintoretto | Venezia, Palazzo Ducale

di - 15 Settembre 2006

Nel 1582 la Repubblica di Venezia bandì un concorso tra i maggiori artisti dell’epoca per sostituire l’affresco l’Incoronazione della Vergine, eseguito nel 1365 dal padovano Guariento (1338-69) e gravemente danneggiato nell’incendio che colpì la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale nel 1577. La mostra, curata da Giandomenico Romanelli, Jean Habert e Maria del Mar Borobia Guerrero e allestita proprio nella storica Sala, cuore della vita politica veneziana, nasce dalla suggestiva idea di far rivivere al visitatore quel celebre concorso. Che può esprimere attraverso una postazione multimediale la propria preferenza per alcune delle opere presentate in gara.
Tintoretto (Venezia 1518-Venezia 1594), Paolo Caliari detto Veronese (Verona 1528- Venezia 1588), Palma il Giovane (Venezia 1544-Venezia 1628), Francesco Bassano il Giovane (Bassano del Grappa 1549-Venezia 1592), e i più importanti pittori presenti a Venezia, interpretarono secondo il proprio stile e la propria sensibilità il tema del Paradiso. La scelta iconografica del concorso intendeva ovviamente creare una connessione tra il “governo celeste” ed il governo della Serenissima. Non si può che rimanere ammaliati dalla grandissima tela (700 x 2200 cm), dipinta tra il 1588 ed il 1592 da Tintoretto e dal figlio Domenico, che sovrasta il palco ligneo dove sedeva il doge. Una grandissima forza espressiva e una maestosa imponenza contraddistinguono quest’opera monumentale.

Le gerarchie celesti sono ammassate in modo semicircolare intorno alla Vergine che, avvolta dalla luce divina, intercede per Venezia. Occorre tuttavia sottolineare che non fu in realtà Tintoretto ad essere incoronato vincitore del concorso, ma Francesco Bassano e Paolo Veronese, la cui morte improvvisa portò all’incarico di Tintoretto. Il Paradiso del Veronese emana una straordinaria potenza evocativa: le figure quasi evanescenti e incorporee dei santi, dei beati e degli angeli sono disposte ordinatamente in modo semi-circolare intorno alla Vergine che viene incoronata dalla Trinità. Un uso quasi monocromatico del colore accresce il senso di misticismo.
Grazie a questo dipinto venne affidata a Tintoretto la parte centrale della parete. Per le parti laterali venne invece scelto Francesco Bassano, assai diverso per stile e concezione e certamente meno “eretico” del Veronese alle prese con l’Inquisizione. L’opera del Bassano risulta decisamente più cupa e meno suggestiva. L’intera prospettiva della visione paradisiaca viene capovolta: la semi-sfera del Paradiso viene rappresentata come se lo spettatore si trovi ad osservare dall’esterno, mentre nell’opera del Veronese lo spettatore è quasi inghiottito dentro la tela. All’interno del percorso espositivo è anche possibile osservare alcuni resti dell’affresco del Guariento.

A causa del deterioramento dell’opera non è facile avere una visione dell’intera composizione anche se traspare ancora la sensibilità gotica del pittore patavino. È curioso, sfogliando il catalogo della mostra, grazie a fotomontaggi eseguiti con il computer, valutare l’effetto di queste opere inserite nella sala del Maggior Consiglio. Sarà la forza dell’abitudine, sarà il fascino dell’enorme tela dei Tintoretto, ma si ha proprio l’impressione che il destino abbia portato alla scelta giusta.

paolo francesconi
mostra visitata l’8 settembre 2006


Il Paradiso di Tintoretto. Un concorso per Palazzo Ducale.
Palazzo Ducale, Piazza San Marco, Venezia
Fino al 31 ottobre dalle 9 alle 19. Dal 1 novembre dalle 9 alle 17.
Info: 0415209070 www.museiciviciveneziani.it
Biglietti: ingresso con l’orario e il biglietto dei Musei di Piazza San Marco
Intero euro 12; ridotto euro 6.50
Catalogo 5Continents a cura di J.Habert, Il Paradiso di Tintoretto, pp.182, Euro 38


[exibart]

Visualizza commenti

  • certo che elizabeth peyton , marlene dumas
    ecc. di fronte a questo ci dicono quanto mediocri e immodesti sono invece i valori del mercato d'arte d'oggi....

  • commmento di nessuna rilevanza...
    per altro...
    misogino...
    due su due... donne... citate in negativo.

  • Chi vincerebbe oggi un concorso analogo a quello illustrato dall'esposizione?
    Meno stimolanti, invece, i quesiti suggeriti dalla mostra in corso, a Mestre, alla Galleria Contemporaneo, seconda puntata della noiosa, ripetitiva, ingessata programmazione del nuovo curatore, autore anche, in “News Candiani”, di questo testo di presentazione: “(…)in maniera tale che si possa meglio comprendere in quale direzione si va indirizzando la proposta culturale di uno spazio pubblico di ricerca oggi”.
    "Spazio pubblico di ricerca" la Galleria Contemporaneo di Mestre? Certamente no: quest’ultima espone artisti che, come spiega l’articolo, hanno “già maturato una significativa attività espositiva sia in spazi pubblici che privati”.
    Una selezione di base così restrittiva esclude l’autentica ricerca. Il Contemporaneo-Mestre rimane sostanzialmente realtà appiattita su percorsi sicuri di circuito, quindi artisti di mid-career con l’aggiunta di qualche attività collaterale (public art ecc..); o magari luogo dove, come spesso succede, persino il gusto personale del curatore viene scambiato per “ricerca”.

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