Tavolini impilati B9, poltrone Wassily B3, sedia B5, rigorosamente in tubo di acciaio nichelato e tessuto in cotone o legno laccato. Ci sono quasi tutti i capolavori del grande architetto e designer ungherese Marcel Breuer nella mostra che il Vitra Museum propone come unica tappa italiana a Mestre. Un’esposizione che attraversa tutta la produzione dell’artista, considerato fin dagli anni ‘20 una icona del design più innovativo per l’uso estremamente moderno e spregiudicato del tubo d’acciaio, materiale che sconvolse il modo di pensare l’arredamento dell’epoca.
La mostra, strutturata per temi (case, spazi, volumi, motivi, materiali) espone quasi tutti i mobili progettati da Breuer, mentre la sua vasta opera architettonica, come il Quartier generale dell’Unesco a Parigi, progettato con Nervi e Zehrfuss, o il Whitney di New York, è presentata attraverso dodici modelli di edifici esemplari realizzati appositamente per l’esposizione veneziana.
A introdurre la mostra sono i plastici degli edifici che hanno testimoniato l’abilità di Breuer nel trattare grandi volumi strutturali: la Central Library di Atlanta, il Begrisch Hall, i Grandi Magazzini De Bijenkorf a Rotterdam.
Segue una parte dedicata agli spazi, che racconta la grande creatività dell’architetto, il suo impulso di definire e organizzare gli interni. Particolarmente eloquenti sono le chiese dove pareti in cemento piegato, lastre iperboliche-paraboliche, griglie ortogonali di pilastri in ferrocemento si rincorrono nello spazio disegnando volumi fino allora mai realizzati nella storia dell’architettura. Tra gli esempi più significativi la chiesa parrocchiale di St. Francis de Sales a Muskegon nel Michigan, la cappella del convento di St. Mary a Bismarck e la chiesa dell’abbazia di St. John Collegeville nel Minnesota, il primo e più grande edificio sacro progettato dall’architetto.
Ma l’ambito in cui Breueur si distinse di più fu quello delle case unifamiliari: un interesse costante e intenso, superiore a quello di ogni altro architetto moderno. Sull’edilizia residenziale erano basati i suoi primi studi alla Bauhaus come pure la realizzazione del suo primo edificio. L’esposizione prende in esame quattro tipologie di case: l’abitazione a più livelli, con diverse aree soggiorno rappresentata da Casa Breuer I nel Massachusetts, la long house, con interno lineare e stanze disposte su un unico asse rappresentata dalla Casa Breuer II nel Connecticut, la casa binucleare, con divisione bipartita della planimetria in una zona semi pubblica e una privata rappresentata dalla Casa Robinson nel Massachusetts. Quindi ecco le ville, realizzate nell’ultima parte della sua carriera per una clientela facoltosa e cosmopolita, ben rappresentate dalla Casa Staehelin di Feldmeilen, in Svizzera.
A chiudere la retrospettiva una carrellata dedicata ai Materiali, che documenta il design dell’artista prendendo in esame le produzioni in legno e tubo d’acciaio, alluminio e compensato. Molti pezzi originali, diventati col tempo leggendari, dimostrano con quanta raffinatezza Breuer fosse in grado di discernere le opportunità strutturali e progettuali offerte dagli elementi più diversi.
francesca ambroso
mostra visitata il 22 ottobre 2004
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