Ma Francesco Fonassi (Brescia, 1986; vive a Brescia e Venezia) non si
limita a dare testimonianza di una sonorità che appare e si dissolve nella sua
stessa permanenza, ma mostra come anche il suono possa avere una sua tonalità e
un suo colore, quasi fosse un’intensa proiezione del vedere. E nel video IR-Shoot
for Isolation
presenta due performance realizzate in piazza della Loggia a Brescia e nella
chiesa della Vigna a Venezia, in cui ripropone il colpo di pistola e in cui si
può “ascoltare” qualcosa che sorge dal silenzio per fornire un nuovo segno.
L’ascolto allora diventa qualcosa che va aldilà del suono o, meglio, qualcosa
in cui il senso (dello spazio, della piazza, della chiesa) si “mescolano e
risuonano l’uno nell’altro e l’uno attraverso l’altro” (Jean-Luc Nancy).
In IR – Reproduction Fonassi incide addirittura le tracce sonore di un
disco in vinile, facendo così assumere all’elemento audio la valenza di calco,
di impronta, di presenza materica. Qui il suono prende davvero forma: ci
informa della sua densità, della sua capacità di conservare e rispondere agli
impulsi che riceve.
Nel film Silent acustic monuments vengono riprese tre enormi
strutture di cemento che durante la guerra servivano per ascoltare il cielo e
intercettare gli attacchi aerei nemici. Una visione muta, e non solo perché il
sistema non fu mai utilizzato, ma soprattutto perché fondata su qualcosa di
potenziale, sull’attesa di un suono a venire. Lo stesso obiettivo l’artista lo
persegue anche quando si autoritrae in due slide: frontalmente, pare
relazionarsi solo con se stesso, rivolto verso il riquadro aperto nel muro,
dischiudersi oltre di sé, in una estensione che vuol essere insieme acustica e
visiva.
Ma è in White Balance che viene messa in campo, attraverso sensori
collocati ai due lati del muro, l’idea di transitività e transizione tra l’io e
l’altro. L’incontro è interdetto, l’ascolto è segreto (a bassa frequenza), come
in una comunicazione di carcerati o nel sussurro di un confessionale. A Fonassi
interessa la sonorità più che il messaggio: interessa l’essere al contempo
singolari e plurali, essere insieme (toccarsi) nel mentre ci si distingue.
Attraverso la mostra Sonic Raids testa una serie di connessioni,
ma anche di “sincopi percettive” (quali il silenzio o il vuoto), per cogliere “l’estensione
ideale dei propri confini”. Come sta a indicare anche la finale cancellazione di un testo di Jan
Fabre (Monologue-Dialogue): segna una perdita e un
impossessamento, un’eliminazione e un’aggiunta. È un rinvio dal sensato al
sensibile: è una ri-lettura, un ri-ascolto, una ri-velazione.
Intervista l’artista
luigi meneghelli
mostra visitata il 10 giugno 2010
dal 5
giugno al 30 settembre 2010
Francesco
Fonassi – Sonic Raids. In place of listening
a cura di Amerigo
Nutolo
Perugi Arte
Contemporanea
Via Giordano
Bruno, 24 (zona Santa Croce) – 35124 Padova
Orario: da
martedì a sabato ore 15.30-20.30; mattina e festivi su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax
+39 0498809507; perugiartecontemp@libero.it; www.perugiartecontemporanea.com
[exibart]
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