La mostra offre uno spaccato di
queste sue ultime esplorazioni. Un primo passo è la reinvenzione degli oggetti
attraverso piccoli ma determinanti “spostamenti” che ne contraddicono la
funzionalità. Si creano così veri e propri paradossi, ironici quanto seri e
destabilizzanti, come il celeberrimo questionare di Socrate. In Bath with
View, ad esempio,
l’accostamento di due oggetti comuni come una finestra e una vasca da bagno
annulla reciprocamente l’utilità di entrambi in un divertissement alla
rovescia. Risveglia lo spettatore dalla propria distratta consuetudine,
mettendolo a confronto con un assemblaggio curioso e destabilizzante.
Lo stesso disallineamento
semantico avviene con il prelievo e l’utilizzo di vecchie fotografie. Queste
immagini estranee, acquistate in mercatini e in parte rielaborate, perdono la
propria collocazione temporale diventando testimonianze di eventi mai accaduti
e di pratiche misteriose.
Negli ultimi lavori il cortocircuito si trasferisce ad un
livello più profondo. Non si tratta più di oggetti specifici messi in questione
dalla loro funzionalità supposta e contraddetta, ma è la stessa oggettualità a
venire contrapposta a un’ipotetica naturalezza. Le installazioni Sturm und
Drang e Lawn inseriscono un elemento
vitalistico in materiali inerti e insignificanti quali spugnette abrasive o
tapparelle. Una strategia dell’accumulo ne guida la ristrutturazione,
conferendovi uno sviluppo autonomo, avviluppato su se stesso. L’oggetto si fa
natura, in un intreccio di forme libere dal peccato originario di adempiere ad
uno scopo.
L’esplorazione dei conflitti tra naturale e artificiale fa
da sfondo anche a lavori precedenti, come il video Walking, presente in galleria. L’artista
si ritrae ansimante e in movimento, mentre la videocamera scende dalle cime
degli alberi fino a svelare lo step sul quale sta camminando. Suggerendo il
dubbio che forse siamo noi stessi a essere usati dai nostri oggetti.
L’ultimo approdo è Grey Holes, una serie di disegni a rilievo
su carta dalle forme
astratte che richiama l’arte programmata. Piccoli segmenti, in composizioni
chiuse e aperte che si diffondono arbitrariamente partendo da un poligono
irregolare, accennato con toni di grigio chiaro sulla carta. Si tratta di un
nuovo punto di partenza per questo artista dall’animo inquieto, che si muove
tra bruschi abbandoni e improvvise riscoperte, alla ricerca di un percorso
coerente, seppur non troppo lineare, che progressivamente dirada dalla critica sociale
alla corrosione dei significati e all’immaterialità dell’astrazione.
Genovese a Quotidiana 07
Fuori i Buh, FestArteFestival a Roma
stefano mazzoni
mostra visitata il 3 ottobre 2010
dal 2 al 31 ottobre 2010
Nicola Genovese – Over Time
a cura di Valerio Dehò
Galleria De Faveri Arte – Lab 610XL
Via
Mezzaterra, 10b (loc. Sovramonte) – 32032
Feltre (BL)
Orari:
su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo
disponibile
Info: mob. +39 3358035597; fax +39 043998046; adefav@tin.it; www.defaveriarte.it
[exibart]
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