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19
novembre 2008
fino al 30.XI.2008 Shinko Okuhara Altavilla (vi), Atlantica
venezia
L'essere umano come collage, in un mondo dipinto in modo irreale. Uno scontro tra realtà e illusione. E il sogno di abbandonarsi e guardare alle cose con una nuova e disarmante fiducia...
di Carolina Lio
Per la prima volta in mostra in Italia, Shinko Okuhara (Tokyo, 1973) esordisce presentando un breve excursus sullo sviluppo della propria pittura, che culmina con la sua ultima serie: Sleeping Figure, in cui figure di donne, ricreate tramite l’utilizzo del collage, cadono addormentate o si permettono un lungo momento di abbandono in luoghi aperti, urbani o naturali.
In realtà, più che figure “sleeping”, le sue sono figure “laying down”, ed è a questa posizione – lo stare sdraiati – che in effetti l’artista stessa affida i propri momenti di confusione per chiarirsi, sbloccarsi, raggiungere un punto di vista nuovo e più ampio sulle situazioni. Non solo: sdraiarsi vuol dire in un certo senso disarmarsi, e farlo in un luogo pubblico rappresenta anche una perdita del senso del pericolo, una conquista di temerarietà, sfacciataggine, fiducia.
Tutte conquiste che risultano fiabesche, fondamentalmente irreali: l’essere umano è costituito come un puzzle dall’incastro di pezzi di giornale o di foto scattate dalla stessa artista – pezzi di mondo reale e tangibile – ma cade in una situazione di transfert in cui tutto il resto diventa colore pastello, gli spazi si allargano e la pittura volutamente imprecisa, le colature, le tonalità pressapochiste, la mancanza di ombre, il minimalismo veloce danno l’effetto di un sogno effimero, un’illusione a cui però ci si affida in modo innocente.
Un’innocenza che la giapponese non nasconde essere del tutto sua, mentre parla con naturalezza disarmante del suo modo di intendere la pittura e la vita come insieme di elementi semplici: svegliarsi presto al mattino, camminare nel parco, mangiare spiedini di pollo, rilassarsi sul balcone di casa e pochissima vita notturna. In conpenso, ama lo shopping. Non a caso lavora moltissimo nel campo della moda e della pubblicità come illustratrice, grafica e fashion designer insieme allo stilista Kumiko Iijima.
Questo contrastro tra una vita tutto sommato isolata e un lavoro e un ambiente professionale aggressivo non fa del resto che richiamare il contrasto tra l’atto intimo dell’abbandono che troviamo nei suoi quadri e gli ambienti esterni, urbani, veloci e caotici, rumoreggianti e inquieti.
Dando in questo modo un insegnamento da vera perla orientale di filosofia quotidiana: il bisogno di costruirsi uno scudo di propri ritmi e propri gusti che permetta di rilassarsi e di immunizzarsi dalle invadenze esterne.
In realtà, più che figure “sleeping”, le sue sono figure “laying down”, ed è a questa posizione – lo stare sdraiati – che in effetti l’artista stessa affida i propri momenti di confusione per chiarirsi, sbloccarsi, raggiungere un punto di vista nuovo e più ampio sulle situazioni. Non solo: sdraiarsi vuol dire in un certo senso disarmarsi, e farlo in un luogo pubblico rappresenta anche una perdita del senso del pericolo, una conquista di temerarietà, sfacciataggine, fiducia.
Tutte conquiste che risultano fiabesche, fondamentalmente irreali: l’essere umano è costituito come un puzzle dall’incastro di pezzi di giornale o di foto scattate dalla stessa artista – pezzi di mondo reale e tangibile – ma cade in una situazione di transfert in cui tutto il resto diventa colore pastello, gli spazi si allargano e la pittura volutamente imprecisa, le colature, le tonalità pressapochiste, la mancanza di ombre, il minimalismo veloce danno l’effetto di un sogno effimero, un’illusione a cui però ci si affida in modo innocente.
Un’innocenza che la giapponese non nasconde essere del tutto sua, mentre parla con naturalezza disarmante del suo modo di intendere la pittura e la vita come insieme di elementi semplici: svegliarsi presto al mattino, camminare nel parco, mangiare spiedini di pollo, rilassarsi sul balcone di casa e pochissima vita notturna. In conpenso, ama lo shopping. Non a caso lavora moltissimo nel campo della moda e della pubblicità come illustratrice, grafica e fashion designer insieme allo stilista Kumiko Iijima.
Questo contrastro tra una vita tutto sommato isolata e un lavoro e un ambiente professionale aggressivo non fa del resto che richiamare il contrasto tra l’atto intimo dell’abbandono che troviamo nei suoi quadri e gli ambienti esterni, urbani, veloci e caotici, rumoreggianti e inquieti.
Dando in questo modo un insegnamento da vera perla orientale di filosofia quotidiana: il bisogno di costruirsi uno scudo di propri ritmi e propri gusti che permetta di rilassarsi e di immunizzarsi dalle invadenze esterne.
carolina lio
mostra visitata il 28 ottobre 2008
dal 24 ottobre al 30 novembre 2008
Shinko Okuhara – About Sleeping Figure
Galleria Atlantica Arte Contemporanea
Via Piave, 35 – 36077 Altavilla Vicentina (VI)
Orario: da martedì a venerdì ore 12-18
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel./fax +39 0444341663; info@atlanticagalleria.it; www.atlanticagalleria.it
[exibart]