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10
dicembre 2009
fino al 31.XII.2009 Il mistero del mondo Venezia, Jarach Gallery
venezia
Il mistero del mondo potrà essere svelato da quattro giovani artisti che usano “arditamente” il mezzo fotografico? Difficile a dirsi. Ma l’impresa merita attenzione, se non altro per l’originalità degli esiti...
Poiché la mission di un maestro consiste nell’insegnare ai
propri allievi la tecnica relativa alla disciplina di cui è referente, una
volta raggiunto tale obiettivo il suo compito si considera esaurito e, a questo
punto, ognuno potrà procedere per la propria strada.
Tuttavia, in questo caso il curatore della mostra Il
mistero del mondo,
Silvio Wolf, docente di fotografia e fotografo di fama internazionale egli
stesso, dimostra che quel legame fra maestro e allievo a volte continua oltre i
confini accademici, ed è un punto d’orgoglio scoprire che il proprio
insegnamento è stato metabolizzato e anche superato.
Filippo Guerrieri, Roberta Levi, Esther Mathis e Yusuke
Nishimura provengono da paesi differenti e posseggono un diverso bagaglio
culturale, ma hanno un comune approccio al mezzo fotografico. Strumento che,
com’è evidente, conoscono e destreggiano talmente bene – in entrambe le
valenze: analogica e digitale – da riuscire a piegarlo alle loro esigenze
espressive.
Benché sia impossibile, attraverso la “lettura” di poche
immagini, rendere conto del percorso artistico di ognuno di loro, ciononostante
non è difficile cogliere quel comune denominatore che sta alla base del concept
di questa mostra e scoprire che il “mistero del mondo” si trova ai “confini”
del reale, e che la sua visione oltrepassa la nostra capacità retinica.
Filippo Guerrieri e Roberta Levi posano il loro sguardo sul corpo
umano e usano la fotografia come mezzo utile a “disvelare” il mistero che esso
racchiude. Il primo trasforma i volti in maschere totemiche, inespressive,
fortemente caratterizzate; la seconda predilige i frammenti dei corpi, che poi
trasforma in scivolosi ectoplasmi.
Esther Mathis e Yusuke Nishimura, dal canto loro, usano la
luce per oscurare, illuminare, sfumare. Lo sguardo di Mathis è rivolto al paesaggio con
figure, un paesaggio ora abbagliante, ora abbagliato, talvolta dalla luce, tal
altra dalla sua stessa assenza. Quello di Nishimura si posa su di un “paesaggio”
metafisico, attraverso un’indagine analogico-digitale che poggia sui processi
sia fotochimici che binari.
Per entrambi gli artisti si tratta di un paesaggio/non
paesaggio brumoso, luminoso, difficile da descrivere, ma che può essere evocato
dalle parole del poeta José Bergamin: “Un sole bianco che appena / rompe la
bruma bianca / nel pieno mezzodì / pare che si spenga / fa scuro il giardino /
che prima illuminava”.
propri allievi la tecnica relativa alla disciplina di cui è referente, una
volta raggiunto tale obiettivo il suo compito si considera esaurito e, a questo
punto, ognuno potrà procedere per la propria strada.
Tuttavia, in questo caso il curatore della mostra Il
mistero del mondo,
Silvio Wolf, docente di fotografia e fotografo di fama internazionale egli
stesso, dimostra che quel legame fra maestro e allievo a volte continua oltre i
confini accademici, ed è un punto d’orgoglio scoprire che il proprio
insegnamento è stato metabolizzato e anche superato.
Filippo Guerrieri, Roberta Levi, Esther Mathis e Yusuke
Nishimura provengono da paesi differenti e posseggono un diverso bagaglio
culturale, ma hanno un comune approccio al mezzo fotografico. Strumento che,
com’è evidente, conoscono e destreggiano talmente bene – in entrambe le
valenze: analogica e digitale – da riuscire a piegarlo alle loro esigenze
espressive.
Benché sia impossibile, attraverso la “lettura” di poche
immagini, rendere conto del percorso artistico di ognuno di loro, ciononostante
non è difficile cogliere quel comune denominatore che sta alla base del concept
di questa mostra e scoprire che il “mistero del mondo” si trova ai “confini”
del reale, e che la sua visione oltrepassa la nostra capacità retinica.
Filippo Guerrieri e Roberta Levi posano il loro sguardo sul corpo
umano e usano la fotografia come mezzo utile a “disvelare” il mistero che esso
racchiude. Il primo trasforma i volti in maschere totemiche, inespressive,
fortemente caratterizzate; la seconda predilige i frammenti dei corpi, che poi
trasforma in scivolosi ectoplasmi.
Esther Mathis e Yusuke Nishimura, dal canto loro, usano la
luce per oscurare, illuminare, sfumare. Lo sguardo di Mathis è rivolto al paesaggio con
figure, un paesaggio ora abbagliante, ora abbagliato, talvolta dalla luce, tal
altra dalla sua stessa assenza. Quello di Nishimura si posa su di un “paesaggio”
metafisico, attraverso un’indagine analogico-digitale che poggia sui processi
sia fotochimici che binari.
Per entrambi gli artisti si tratta di un paesaggio/non
paesaggio brumoso, luminoso, difficile da descrivere, ma che può essere evocato
dalle parole del poeta José Bergamin: “Un sole bianco che appena / rompe la
bruma bianca / nel pieno mezzodì / pare che si spenga / fa scuro il giardino /
che prima illuminava”.
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mostra visitata il 10 novembre 2009
dal 31 ottobre al
31 dicembre 2009
Il
mistero del mondo
a cura di Silvio
Wolf
Jarach Gallery
Campo San Fantin, 1997 (San Marco – Fenice) – 30124 Venezia
Orario: da martedì a sabato ore 10-14 e 15-19
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0415221938; fax
+39 0412778963; info@jarachgallery.com;
www.jarachgallery.com
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