Categorie: venezia

fino al 31.XII.2010 | Peter Blake | Venezia, Michela Rizzo

di - 21 Dicembre 2010
Si
racconta che quando gli si chiedeva il motivo per cui dipingesse, la sua
risposta fosse: “Per fare magia”; e che
quando ha abbandonato il roboante mondo della swinging London degli anni ‘60 –
in favore della tranquilla Wellow, piccolo villaggio dove vide la luce la
Fratellanza dei Ruralisti – argomentasse la scelta con un “noi
ammiriamo Samuel Palmer, Stanley Spencer, Thomas Hardy, Elgar, il cricket, il
paesaggio inglese, i Pre-Raffaelliti. Il nostro obiettivo è di dipingere
sull’amore, sulla bellezza, sulla gioia, sul sentimento e sulla magia
”.

Già, magia, non serigrafie di divi e copertine
di dischi di musicisti alla moda. Peter Blake (Dartford, 1932; vive a Londra) non vuole essere una macchina come Andy
Warhol
, ma il
pittoresco ponte tra cultura alta e cultura bassa. Non che abbia snobbato la
cultura di massa: la copertina del disco dei Beatles Sgt.
Pepper’s Lonely Hearts Club Band
l’ha fatta lui (episodio che l’artista non ricorda con particolare affetto, avendolo condannato a essere ricordato come “quello
che ha fatto la copertina del disco dei Beatles
”), ma perché ha sempre preferito
mescolare le carte, le storie, le suggestioni.

Così Venezia diventa
un soggetto perfetto, naturalmente portato a quel senso di magia che tanto gli
sta a cuore, che si declina dal kitsch alla tradizione dei suoi vedutisti
settecenteschi, come nella serie Butterflyman. Certo, non si dimenticano le proprie origini, e ad esempio la serie di Marilyn – omaggio a Andy Warhol di cui si dubita la sincerità, considerando che Blake vanta un
precoce utilizzo della diva, in anticipo sullo statunitense – sono smaccatamente pop, così come Stars, che spazia da Elvis a Kate Moss.


Rispetto
al pop statunitense il pop di Peter Blake è sempre stato più “artigianale” e meno
improntato sul legame – critico o ironico – col proprio presente: il cordone
ombelicale con la tradizione vittoriana non è mai stato reciso, come fosse il
filo per raggiungere quella dimensione magico-onirica che caratterizza molti
dei nuovi lavori presenti in mostra.

Le opere più efficaci
sembrano però quelle dedicate a Venezia, dove il suo percorso trova nella città
lagunare un set ideale.

L’immaginario
accompagnatore in questa visita è il butterflyman,
girovago protagonista di una serie di tele in cui i paesaggi delle storie di
Thomas Hardy e le immagini da cartolina delle mete da lui raggiunte vengono
invasi da stormi di farfalle, compagne di viaggio di questa figurina
settecentesca che ritroviamo puntualmente, straniata e straniante.


Con
uno stile surrealista Blake fa irrompere nel vedutismo veneziano immagini
incongrue, strane. Ci sono fantastici incidenti, memorie coloniali, iceberg in
laguna e anche un
Cristo che entra a
Venezia
che è memoria colta
e trasposizione di piani temporali
” – come scrive il curatore Dehò -, dove l’incantesimo trasforma i riferimenti ed esce dal tempo,
senza bisogno di ricordare da dove si è partiti.

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Blake a Milano da Lorenzelli Arte

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mostra visitata il 25
novembre 2010


dal
10 ottobre al 31 dicembre 2010

Peter Blake – Venice Suite

a cura di Valerio Dehò

Galleria Michela Rizzo – Palazzo Palumbo Fossati

Fondamenta della Malvasia Vecchia (San Marco 2597 – Santa Maria del Giglio) –
30122 Venezia

Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30 e 15.30-19

Ingresso libero

Info: tel./fax +39 0412413006; info@galleriamichelarizzo.net;
www.galleriamichelarizzo.net

[exibart]

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