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Fino al 4.III.2001 | Omaggio a Mario Schifano | Camposanpiero (PD), Villa Querini

di - 21 Febbraio 2001

Che Villa Querini avesse gettato le fondamenta per poter emergere come galleria dedicata al contemporaneo era oramai lampante, ma che a distanza di una così breve “vita” riuscisse a portare in provincia un nome prestigioso come quello di Mario Schifano, forse non era nemmeno pensabile nelle migliori delle ipotesi. La mostra che il SIM (sistemai museali integrati) ha organizzato con la curatrice Giovanna Grossato ha voluto essere una sorta di percorso didattico sui temi e le tecniche che Schifano ha adottato nel corso della sua attività artistica, toccando per l’appunto le fasi significative di una poetica rivolta al contemporaneo, che ha saputo integrarsi al meglio con le vicissitudini sociali. Negli anni ’60 (la prima mostra di Schifano si terrà a Roma nel 1959) l’artista dimostra una particolare attenzione verso l’astratto informale, dove l’influenza dell’arte d’oltreoceano rimarcava la necessità di un “adeguamento” europeo alla nuova espressione centrata sulla reazione al consumismo dilagante e al boom economico post bellico. Schifano passa rapidamente dalle stesure di tele monocromatiche e segnate da linee e numeri, alla rielaborazione pittorica di insegne e oggetti di consumo, aderendo così alla forza espressiva della Pop-Art. Sono noti i dipinti che riproducono in forma abbozzata i marchi di “Coca-Cola” e “Esso”, simili per certi versi, anche se con implicazioni poetiche diverse, al barattolo di zuppa della Campbell dell’artista Newyorkese Andy Warhol. Come i colleghi americani anche Schifano si affida alla serialità quale fonte di esplicazione di un messaggio che vuole superare il dipinto in sé e garantire nel “processo produttivo” una sorta di allarme sociale sulla massificazione dei contenuti. Se l’opera dello Schifano di questo periodo trovava conforto anche nei risultati artistici di altre figure italiane (Armando Testa, Mimmo Rotella, Valerio Adami), le opere del periodo successivo invece sembrano isolarlo: non compaiono più i marchi, ma si arricchisce l’immagine centrata sulla pregnanza dei media. Le caratteristiche opere dedicate al televisore, ai messaggi pubblicitari, all’informazione visiva veloce ed effimera lo coinvolgono per un lungo periodo, e forse non lo abbandonano mai. La pittura di Mario Schifano diventa rapida, poco meditativa…ricca di elementi riconoscibili (immagini televisive e fotografie per l’appunto) rivisitati con l’occhio sensibile dell’artista. Le inquadrature e i frame segnano l’evoluzione di un progresso occidentale con uno spiccato tono di denuncia, ma anche con l’inevitabile manifestazione di una “rassegnazione”.
Da qui l’artista porge l’attenzione a quello che le Avanguardie storiche hanno rappresentato in qualità di rinnovamento culturale; un’ attenzione nostalgica, impregnata di contemporaneità. Non a caso uno dei temi più ampiamente toccati concerne proprio il periodo artistico del Futurismo, che l’artista ripropone come sorta di fantasma dimenticato (emblematica a tal proposito l’opera in mostra a Villa Querini “Futurismo Rivisitato” del 1966). L’eclettico Schifano alternava tecniche e mezzi espressivi diversi:dai colori industriali all’utilizzo di foto…dal mezzo televisivo a quello cinematografico, dalla pubblicità alla stampa; per non parlare dell’adozione di misure sempre diverse delle proprie opere: ora intime e autoreferenti (a Villa Querini ne abbiano uno stupendo esempio proprio nella sala superiore, con una serie nutrita di rielaborazioni fotografiche –polaroid-), ora grandi ed esplosive ove il colore e la materia sembrano promuovere una libertà dimenticata. Le opere esposte a Villa Querini non sono molte, però il grado di documentazione circa l’attività di questo straordinario artista risulta quantomeno esaustivo, e riescono in misura delicata a fornire un esempio di tutti i temi trattati dall’artista senza far rimpiangere la presenza di opere magari più conosciute o celebri. A siglare la volontà di non voler mettere in mostra una “antologica” ma a voler proprio omaggiare (duplice omaggio perché rivolto a Schifano in primis e al pubblico in seconda battuta) l’artista, è anche la presenza di un solo pannello come contributo critico che va a riassumere le tappe poetiche e la biografia. Un cenno bisogna farlo verso l’allestimento della sala superiore (aperta per l’occasione) che offre una elegante cornice alle opere di dimensioni minori e che permette di accedere ad un supporto audiovisivo piuttosto interessante.


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Dal 17.II:2001 al 4:III.2001
“Omaggio a Mario Schifano”
Olii, tecniche Miste, Fotografie, Grafiche
Villa Querini
Camposanpiero –Padova-
Via Cordenons,17
Coordinamento: Giovanna Grossato, Alberto Sgarro
Organizzazione: S.I.M. (sistemi integrati mussali) Conte dei Molini,7-36100 Vicenza
Ingresso: libero
Orario:10,00-12.00/15.00-19.30
Info:
Tel: 049 9300255
e-mail:info@villaquerini.it
sito internet:www.Villaquerini.com


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Visualizza commenti

  • finalmente avrò la possibilità di vedere Schifano. Villa Querini mi ha stupita. Ahn, carino l'articolo del giornalista.

  • Schifano mi interessa molto perchè lo ritengo un antesignano della complicità tra arte e media. Scopro con piacere sulle pagine del vostro sito che vicino casa esiste una galleria che mi permette di vedere i suoi capolavori. Ottimo. ma non era Schifano uno dei più "soggetti a falsi" del panorama artistico italiano? Correggetemi se sbaglio. Che tipo di inchiesta è in corso circa le sue opere? se mi potete aiutare, grazie.

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