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Deviando dal clamore dei flussi turistici che avanzano inesorabili verso Piazza San Marco, smarcatisi dalla babele di volti e lingue, guadagnata la silenziosa Corte Barozzi, si raggiunge la galleria Caterina Tognon. Negli spazi espositivi della Ca’ Nova, fino al 4 maggio prossimo la curatrice e gallerista veneziana ci propone una bipersonale degli artisti Andrea Grotto e Cristiano Focacci Menchini con le loro opere più recenti. Entrambi giovanissimi ma non nuovi presso la firma veneziana, ambedue studenti all’Accademia di Belle Arti cittadina, già co-fondatori del collettivo ‘How We Dwell’ ed insieme co-protagonisti di una residenza presso la Bevilacqua La Masa, i loro percorsi sono paralleli e distinti, ma accomunati dall’interrogarsi sul tema del paesaggio e della sua trasfigurazione.
“Leda”, mitico titolo scelto per identificare la selezione di lavori del vicentino Andrea Grotto, richiama quello che appare essere il leitmotiv che unisce le opere esposte: la metamorfosi. È ciò che accade in Simposio (2016) dove il grosso felino bianco-madreperlaceo sembra aver ceduto le sue caratteristiche macchie all’ambiente che lo circonda, in un spiazzante slittamento nel rapporto figura-sfondo. Trasformazione, cangiantismo, mimetismo, trasfigurazione alchemica, dunque, che investono soggetti e scenari, in un rapporto di reciproca osmosi. Vi allude nell’olio Plinio e salgemma (2016) ed ancora di più in La casa del serpente avrà sempre il suo colore (2016). Oggetti, quelli di Andrea Grotto, che operano come indizi di un arcano rebus, lasciato decifrare al visitatore.
“Grecale” è invece schietto riferimento ai luoghi che ispirano e nutrono il lavoro del viareggino Cristiano Focacci Menchini. Protagonista delle opere in mostra è il vento secco e freddo che da nord-est sferza sulla sua Versilia e concorre a trasformarne il paesaggio, a perturbarlo e ridefinirlo costantemente, introducendovi elementi tropici ed antropici. Anche Menchini dunque, indaga intorno ad un agente di trasformazione e mutamento. Ed ecco che nella marina D’inverno, fra le dune (2017), il vento si fa complice del mare nella creazione di strane concrezioni fitomorfe, che impreviste definiscono un biotopo fantastico. L’artista poi scorpora ed isola, mette a fuoco, alcuni dettagli: che sia un cormorano blu, uno scorcio di verzura selvaggia della pineta o la carcassa di un’auto abbandonata che si fa carapace umano. La qualità disegnativa appaga sempre l’occhio.
Una tappa vivificante, quella alla Caterina Tognon, prima di ributtarsi nel bailamme marciano.
Giada Centazzo
mostra visitata il 30 marzo
Dal 18 marzo al 4 maggio 2017
Leda | Andrea Grotto + Grecale | Cristiano Focacci Menchini
Caterina Tognon Arte Contemporanea
Ca’ Nova di Palazzo Treves, Corte Barozzi
San Marco 2159, Venezia
Orari: da martedì a sabato, dalle 10:00 alle 19:00
Info: www.caterinatognon.com