Categorie: venezia

fino al 5.I.2003 | 1 + 1 | Vicenza, Mulino per le arti visive

di - 6 Dicembre 2002

C’era una volta un mulino, sul limitare della campagna vicentina alle soglie della città, che da abbandonato e deserto è tornato ad essere vivo e in occasione di questa mostra macina musica, con cigolii elettronici e suoni di acque vive.
Un’esposizione a due piazze, anzi a due piani degli artisti Veronica Veronese Palmieri e Manuel Baldini, più un terzo convivente, il giovane compositore di musica Andrea Cera, autore dell’installazione sonora dal titolo “+”. Una storia a tre senza gelosie, in cui ognuno si esprime attraverso il suo medium, riempiendo e abitando questo edificio dal forte significato architettonico, memoria di archeologia industriale e luogo labirintico che pure è stato occupato con garbo. Veronica Veronese Palmieri ha preso possesso delle stanze al primo piano: le sue “foto-quadrette” declinate nei toni del rosso sono smaniose di tenerezze, con apparizioni di vestitini della mamma, fioretti, fasci di luce. S’intravedono nell’amalgama color cherubino amiche al sole, come in un’antica ispirazione da Novecento italiano o da macchiaioli, ma ambientate in una indefinita nostalgia di anni ’70. Ritorna il tema del femminile, comune a tutta una certa generazione di giovani artiste, ma ecco anche maschi in incognito, senza volto e senza nome, che scandiscono il ritmo compositivo e asimmetrico delle immagini su policarbonato, trasparenti ed opache. Impreviste sono le nuove figure più pure e smaterializzate, con strisciate di sfumature in amaranto o in nero che spengono i tratti dei visi, quasi decalcomanie di protagonisti affettuosi o misteriosi avvolti in un rosso amniotico, lo stesso elemento cromatico avvolgente che ingloba affetti ed incontri, come il ritmo che pulsa nella sua prima realizzazione video. Un colore d’amore, mai caramelloso nemmeno nelle foto più pop e giocose, quelle che in una delle stanze diventano rotonde, virate in rosa confetto. Ancora più su seguono in fila ordinata opere più piccole, visi cancellati, appena accennati sotto uno strato di bianco, segnati da brani di colore, striature e gocciolii. Ordinate ma non quiete, sono le creature di Manuel Baldini che recita il ruolo del pittore con tele e colore, giocando però ai visitatori il tiro di ammantare una stanza di nero nascondendovi dentro tele buie dipinte di scuro, quasi in una sorta di anamorfosi o di ginnastica ottica. Altrove, a contraltare, una pittura-pittura enorme, totemica, incombente come un idolo arcaico, strisciato di colore, impastato di sacralità, dove il verde assorbe l’attenzione dell’occhio che si perde, attratto dalla superficie.
La scala di metallo che attraversa i piani è come un cordone ombelicale, come l’acqua che scorre lungo le dita lignee del mulino: che sia di augurio a ottime frequentazioni. Dove c’era solo un mulino ora c’è un non-luogo dove la creatività può prendere forma.

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Fino al 05.0I.2003
1 + 1, Vicenza, Mulino per le arti visive
Strada Marosticana 503 – Vicenza (uscita autostrada Vicenza est da Venezia/ovest da Milano, statale per Marostica-Bassano)
Orario: venerdì – domenica dalle ore 15.30 alle 19.30, dal lunedì al giovedì solo su appuntamento
Informazioni 0424.410715


[exibart]

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