25 febbraio 2002

Fino al 5.III.2002 Leon Tarasewicz Padova, Fioretto Arte Contemporanea

 
"Non è necessario concepire la pittura, la vita dipinge da sola, è pittura la vita, basta vivere". In questa frase sono concentrate un po' tutta la storia e l'arte di Leon Tarasewicz, artista che abbiamo apprezzato al padiglione polacco alla 49a Biennale di Venezia...

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Nessuna retorica, nessun concettualismo, la pittura si presenta con la sua semplicità cristallina: è l’epifania disarmante della natura, il suo svelamento agli occhi umani obnubilati dalla superbia che li aveva resi ciechi.
Quella di Leon Tarasewicz non è una storia, piuttosto una condizione, quella di uomo che ha scelto, essendo cresciuto in campagna a contatto quotidiano della natura, di rimanervi senza compromessi. Un rapporto puro ed esclusivo che ci toglie dall’impaccio di collocare Leon sullo scenario dell’arte contemporanea. Pretendere di trovarvi un posto all’artista polacco, che sembra muoversi in assoluta indipendenza, rifuggendo con estrema LeonTarasewicznaturalezza qualsiasi seduzione modaiola, rischierebbe di diventare un’impresa fallimentare. Forse che avrebbe un qualche barlume di senso critico riferire di una sorta di processo involutivo che dall’installazione ambientale memore della ricerca del BMPT (il gruppo francese formato da Daniel Buren (1938), Olivier Mosset (1944) Michel Parmentier (1938-2000) e Niele Toroni (1937) che dal ’67, partendo da una ricerca di ispirazione minimalista e concettuale, sviluppa la propria attività nel campo della pittura con particolare applicazione nel verso dell’installazione ambientale), e di Daniel Buren in particolare, ha condotto l’artista a ritroso verso una pittura informale di metà ‘900? Nella sua disamina dell’arte astratta Dora Vallier troverebbe in Leon Tarasewicz forse un caso esemplare per la sua teoria che rimanda la genesi di questa cultura artistica all’osservazione analitica della natura. Peccato che il libro sia piuttosto datato e dunque qui si rischia di fare una brutta figura, e farla fare anche al bravo Leon, che invece non chiede altro se non di instaurare un rapporto di serena complicità con l’osservatore.
Forse è per questo che viene alla mente la spensieratezza trasognata di quanti, alla scorsa Biennale, percorrevano avanti e indietro la terra colorata e solcata di Tarasewicz al padiglione polacco, vengono alla mente i bambini che si rincorrevano divertiti (finalmente), vengono in mente gli sguardi sconosciuti che si incontravano compiaciuti lungo i filari di Leon.
A Padova un grande trittico rosso su tela a trama sottile si apre con una vista a volo d’uccello su una piana di piccoli alberelli radi e scheletrici: impronte, orme che ci ricordano le cose del gruppo Origine, i pettini di Giuseppe Capogrossi o le forme di Riccardo Licata; di lì si procede con una serie di composizioni di piccole tavole 30×30, disposte a formare righe orizzontali o ampie gabbie rettangolari. Sono orizzonti cangianti o cieli e campi striati, incrostati di grandi mescole di colori a pasta densa che, seccandosi, ha Leon Tarasewicz
prodotto effetti accidentali diversi: talora sembra di vedervi rigagnoli che paiono lacrime, talaltra sono spaccature e screpolature di una terra arida e rossa. C’è una sorta di armonia e di ritmo nelle opere di Tarasewicz, le textures a gabbia riproducono le sequenze di filari e steccati, scandendo i tempi lenti dei piccoli mutamenti del paesaggio che in realtà corrispondono ad un eterno mutare e rigenerarsi. Ed è perciò che le opere di Leon non hanno un impianto classicamente narrativo, non hanno un inizio ed una fine o un ordine di lettura; sono piuttosto composizioni ad anello che tornano su loro stesse e si offrono ad una visione d’insieme estatica, attivando i meccanismi della suggestione e dell’associazione mnemonica.
Informazioni di mercato: le composizioni di Tarasewicz sono trattate in base al numero delle tele che le compongono. Quelle a 4 e 5 pannelli costano ca. € 2.500, mentre per la più grande composizione a 25 pannelli si sale a ca. € 12.500. Il Grande trittico su tela è trattato intorno ai € 15.000.

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Alfredo Sigolo



“Leon Tarasewicz”
Dal 02.II.2001 al 5.III.2002.
Padova, Fioretto Arte Contemporanea, riviera A. Mussato 89/a
Ingresso libero.
Orari: dalle 16.00 alle 19.30 (lunedì e festivi su appuntamento).
Tel: 0498758625 Fax: 049714635
E mail
g.fioretto@telerete.it
info@galleriafioretto.com


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