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Ultimi giorni per scoprire “Seamlessness”, la personale di Giusy Pirrotta, alla Galleria massimodeluca di Mestre. Apparenza e rappresentazione sono alcune delle questioni chiamate in causa in questo suggestivo progetto tra fotografia, videoarte, architettura e design. Questioni su cui da tempo l’artista si interroga sia sul piano creativo che speculativo. L’installazione site specific ridisegna letteralmente lo spazio espositivo mestrino attraverso l’uso di scenografie, quinte teatrali, sipari che scandiscono gli ambienti, riscrivono le preesistenze, evocano scenari altri. Con l’uso di carta da parati e tessuti dal particolare pattern fitomorfo, Pirrotta crea un’epidermide visiva che sembra svilupparsi all’infinito. In questo continuum percettivo offerto al visitatore, è messa in crisi la comune distinzione tra figura e sfondo, visione d’insieme e dettaglio, in un gioco ottico-percettivo a tratti disorientante. Non manca poi un’elemento nodale del percorso creativo di Pirrotta: la luce. Luce che riverbera su superfici riflettenti in cui siamo chiamati a passare attraverso. Luce che promana da oggetti in ceramica, vere e proprie concrezioni materiche smaltate che riplasmano i dispositivi di proiezione o le fonti luminose, mettendole in valore (o in scacco a seconda). Sculture-scrigno – come il calco di un proiettore super8, quasi un feticcio da idolatrare – che diffondono luci colorate, fisse o in movimento, o veri e proprio coni di proiezione di immagini in loop.
In questa nuova proposta allestitiva, la proiezione cinematografica – intesa come immagine in movimento – cede dunque il passato all’installazione, come ideazione in chiave teatrale. Ma lo spazio ‘mostrativo’ è sempre creato ad uso e consumo del visitatore, chiamato all’interazione più che alla mera fruizione dell’opera. Per Seamlessness, Pirrotta si ispira con cognizione filologica agli ‘Atmospheric Theater’, i palazzi del cinema americano degli anni Venti, in cui lo spettatore compiva – non solo grazie alla visione della pellicola – un viaggio immobile, venendo trasportato in un diverso contesto geografico e temporale, in una realtà altra, esotica proprio per mezzo della ricostruzione scenografica di particolari ambienti interni al teatro. Così accade alla massimodeluca: fuori dagli ex magazzini di carbone la darsena, dentro una rutilante vegetazione. Curata da Elena Forin, l’esposizione testimonia un passaggio nell’evoluzione della ricerca estetica di Giusy Pirrotta che apre a nuove traiettorie.
Giada Centazzo
mostra visitata il 28 aprile
Dal 10 aprile al 5 maggio 2017
Giusy Pirrotta, Seamlessness.
Galleria massimodeluca
Via Torino 105/Q, Venezia Mestre
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 17:00, sabato su appuntamento
Info: www.massimodeluca.it