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Il 3 marzo la nota galleria veronese Studio la Città ha inaugurato negli ampi spazi della sua sede del lungadige Galtarossa due mostre: “Risonanze”, a cura di Valerio Dehò, e la personale dell’artista argentina Marcela Cernadas dal titolo evocativo “Cenacolo”.
Visitando le ampie sale che la galleria ha dedicato alle opere di David Leverett e di Roberto Pugliese emerge chiaramente il valore della scelta di “Risonanze” quale titolo per la doppia personale, nella volontà del curatore di rimarcare quello che è il punto di tangenza tra il lavoro di due artisti a primo impatto distanti tra loro. Leverett è un artista visivo che ha costruito un percorso coerente sulla ricerca pittorica ponendo particolare attenzione alle contaminazioni con la scrittura e giustamente annoverato tra gli esponenti del movimento definito dalla critica “pittura-pittura”, Pugliese invece si occupa di Sound Art e fa parte di quella nuova generazione di artisti la cui ricerca non si pone confini, le sue sono installazioni sonore in cui l’estetica visiva è straordinariamente definita dalla musica che compone attraverso software. Dehò nell’accostamento della produzione dei due artisti riconosce un linguaggio comune che si manifesta nell’interesse di entrambi per la composizione, visiva o musicale che sia, la quale rende possibile quell’incontro sinestetico di arte e musica già teorizzato da Kandinskij nella formula “risonanze spirituali”. In “Risonanze” all’interno di Studio la Città i collage e le opere pittoriche realizzate da Leverett negli anni ’70 dialogano apertamente con le installazioni più recenti di Pugliese coinvolgendo lo spettatore in un’esperienza che tocca tutti i sensi. L’allestimento espositivo attentamente studiato enfatizza inoltre il legame tra le opere sfruttando anche la luce, elemento di raccordo tra le trasparenze che accomunano tanto le opere della serie Colour Structure del pittore inglese, realizzate su fibra di vetro e carta e sollevate dalle pareti attraverso morsetti, quanto un’opera come Emergenze acustiche di Pugliese in cui la luce definisce il volume dei tubi di plexiglass che contengono gli speakers.
Marcela Cernadas, Cenacolo, 2015, installazione di 13 sculture in vetro ametista e ametista chiaro, soffiate a mano libera, modellate su stampo a conchiglia, dimensioni varie, foto Michele Alberto Sereni
L’intera mostra si presenta dunque come la traduzione visiva dell’idea di “risonanza”, ulteriormente amplificata dall’ambiente della galleria che può contare su spazi di qualità museale.
In questo contesto appare vincente la scelta di dedicare, nell’ambito del nuovo la città projects, una delle sale ad esposizioni collaterali all’attività della galleria, secondo un programma di mostre con cadenza mensile che ha lo scopo di proporre artisti da scoprire o riscoprire.
Inaugura il progetto la personale di Marcela Cernadas che qui presenta lavori realizzati in vetro oltre alle fotografie della serie Still Rose. All’ingresso della project room sono collocati tre lavori che condividono il titolo Unique Roses e che risultano particolarmente rappresentativi della poetica dell’artista che alla simbologia della rosa attribuisce un insieme di significati con rimandi che restano in sospeso tra mitologia e religione.
Simboli dal duplice valore iconografico sono stati da sempre punto focale della sua ricerca, e questo risulta quanto mai evidente proprio in Cenacolo, l’opera che dà il titolo alla mostra. L’installazione ha un preciso riferimento alla sfera religiosa nel proporre tredici calici che si presentano come una contemporanea ultima cena in cui la componente simbolica è esplicitata dalla conchiglia che plasmata nel vetro ricorre in tutti i soggetti, ma modificata per non essere mai uguale a se stessa. In quest’ultima realizzazione è inoltre forte la componente autobiografica espressa dalla base in marmo, che provenendo dalla vecchia sede della galleria consente all’artista di raccontare le radici della sua carriera.
Quella di Cernadas in Cenacolo è una sintesi raffinata tra il divino e l’umano in cui emergono molteplici citazioni alla storia dell’arte, e forse a ben vedere anche alla musica per l’armonia della disposizione dei calici e per le loro differenti tonalità cromatiche, un aspetto minore forse, ma che lascia percepire la studiata sintonia della personale della project room con il resto del percorso espositivo permettendo di vivere un’esperienza visiva totalizzante.
Camilla Compagni
mostra visitata il 3 marzo
Dal 3 marzo al 5 maggio 2018
Risonanze. David Leverett e Roberto Pugliese
Dal 3 marzo al 14 aprile 2018
Cenacolo. Marcela Cernadas
Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, 37133, Verona
Orario: da martedì a sabato, ore 9.00-13.00 e 15.00-19.00
Info: +39 045 597549 www.studiolacittà.it