La mostra non è una semplice ricostruzione storica delle vicende di una potente casata, egemone nella Marca Trevigiano – Veronese tra il XII secolo e la metà del XIII secolo, nel periodo del passaggio dall’età Feudale all’età dei Comuni, durante lo scontro epocale tra Chiesa ed
L’esposizione si sviluppa partendo dai piani superiori del Palazzo Bonaguro a quelli inferiori: il visitatore viene “rapito” dall’atmosfera e riportato indietro nel tempo, accompagnato a scoprire un’epoca e i suoi uomini, i misteri, l’arte, il potere attraverso 14 sale allestite con magica suggestione. Si ripercorre una visione generale focalizzando le regioni centrali dell’Europa, dove gli scontri e gli avvenimenti sono gestiti da grandi forze: il papato, l’impero ormai diviso, il patriarcato di Aquileia. Il territorio della Marca, per la sua posizione geografica, viene a trovarsi al crocevia tra queste diverse forze.
L’immagine di Ezzelino III da Romano è giunta a noi contrassegnata dai caratteri di un mito negativo, perché, alla morte dell’imperatore Federico II, egli si ritrova solo ad inseguire l’utopia di un’unità territoriale sovraregionale che lo costringe ad una politica sempre più bellicosa e violenta. In altre stanze invece si evidenzia la complessità e la varietà delle espressioni artistiche presenti nella Marca ezzeliniana.
Il visitatore viene riportato indietro nel tempo per capire anche la particolarità della città di Bassano che viene collocata nel contesto della Marca ezzeliniana come “porta” aperta verso il Nord. Vengono poi esemplificati i linguaggi in cui viene tradotta l’immagine del Cristo che, grazie all’incontro ed alla coesistenza di diverse culture, assume raffigurazioni diverse. Particolare è la questione della Virgo lactans: il tema
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Carla Antoni
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Terrore Ezzelino! Più grande del Chianti con etichetta Monet,più interessante dell'impressione, più seducente dell'atmosferico colore francese, più ardito del bel paesaggio che sa di miele....Bassano osa dove osano le aquile della cultura...Bassano ci guarda con le sue proposte... ed io la mostra non l'ho ancora vista!
Terrificante ignoranza...
W la/il grappa
A complemento di quanto detto riporto un articolo di qualche giorno fa (scusate se mi son perso la testata).
L’IDENTIKIT UN’EFFERVESCENZA ARTISTICA FIORITA NEGLI ULTIMI DUE ANNI. CON L’AIUTO DEI PRIVATI
Bassano, un ponte tra impresa e cultura
Marisa Fumagalli
Il ponte di Bassano è memoria collettiva. Molti hanno provato l’emozione di percorrerlo, a piedi, passeggiando sotto la volta, affacciandosi dalla balaustra a rimirare il Brenta. Un rito irrinunciabile per i numerosi visitatori della città, che sorge alle falde del monte Grappa. Quanti, invece, sanno che la famosa struttura palladiana, in legno, fu ricostruita undici volte, e altre volte restaurata? Più facile è colpire nel segno con il ritornello della popolare canzone degli alpini: «...là ci darem la mano, ed un bacin d’amor, ed un bacin d’aaamor...» . Gli anziani si affidano, col batticuore, ai ricordi di guerra: durante il primo conflitto mondiale il ponte facilitò a Cadorna la manovra con cui le truppe dell’Isonzo accorsero sull’altopiano; durante il secondo - era il 29 aprile del ’45 - fu fatto saltare dai tedeschi. C’è, inoltre, chi, prosaicamente, della città degli Ezzelini apprezza il gusto forte dei suoi distillati, il sapore delicato degli asparagi, i colori delle ceramiche. Ma Bassano del Grappa è altro, e di più. Riconosciuta Città veneta della Cultura 2001, è la prima a fregiarsi di questo premio (dedicato ai non capoluoghi di provincia), istituito dalla Regione. Onore al merito, all’impegno e all’effervescenza culturale, sfociati, nell’arco di un biennio, in una serie di iniziative di valore internazionale. Dalla mostra sul Cinquecento veneto (oltre 50.000 presenze), all’apertura di una nuova sezione dello storico Museo (fondato nel 1836 dal naturalista Giovan Battista Brocchi), dedicata agli stampatori Remondini; alla grande rassegna OperaEstate Festival; fino alla prestigiosa mostra sugli Ezzelini. Il fervore civico passa anche per la riapertura al pubblico del percorso pedonale del Castello e del restauro della Torre.
«Bassano si caratterizza da sempre per una vivace vita culturale - avverte il sindaco Gianpaolo Bizzotto -. In altre parole, noi adesso stiamo costruendo su fondamenta solide. Dalla nostra, abbiamo storia e tradizione. Seguiamo allora la linea tracciata, convinti che, se si vince la scommessa, non è solo merito di un’amministrazione illuminata, ma dell’intera città». Quarantamila abitanti, poco meno di 5.000 attività imprenditoriali, un’offerta scolastica superiore che spazia in tutti i settori (seimila allievi residenti e provenienti dal comprensorio), fisicamente riuniti in una vera e propria cittadella dell’istruzione ai margini del centro storico, Bassano del Grappa rappresenta il modello veneto più alto, che riesce a coniugare impresa e cultura. In essa cioè convivono l’intraprendenza dell’operoso popolo veneto, con la progettazione di iniziative di ampio respiro culturale. «Ciò dimostra - sottolinea il sindaco - che il luogo comune secondo cui la nostra gente sarebbe attratta soltanto dagli "schei" (quattrini), non ha ragione d’essere. Bassano un’eccezione? Non credo».
La storia di questa città - porta del Nord, attraversata dalla strada più breve che collega Venezia a Monaco di Baviera -, i suoi monumenti, i suoi palazzi, la cattedrale, il Museo-Biblioteca, i suoi artisti (uno per tutti, Jacopo da Ponte), i suoi dominatori ( in primis , i da Romano, nei secoli XII e XIII), ne evidenziano il carattere. Soprattutto, viene spontaneo considerare Bassano un capoluogo della cultura veneta. Il sindaco Bizzotto ne va fiero. «La mostra sugli Ezzelini è andata felicemente in porto - spiega -. Ora stiamo intrecciando rapporti internazionali, con l’obiettivo di inaugurare nel 2003 una grande esposizione sul Canova». Per inciso, l’illustre scultore neoclassico nacque a Possagno, località non distante da Bassano. «Di lui, noi custodiamo numerosi monocromi, molte lettere e la sua biblioteca personale, donata dai familiari. Insomma, un poco ci appartiene», osserva Mario Guderzo, direttore del Museo-Biblioteca e Archivio storico, la cui sede si trova in un convento del XIV secolo.
Al cantiere culturale di Bassano, oltre alle istituzioni, danno un grosso apporto gli imprenditori del luogo. «Se i valori sociali non corrono insieme a quelli economici, la nostra crescita d’impresa non è sostenibile», afferma Valerio Bresolin, titolare di «Ydor», azienda leader mondiale nel settore delle pompe per acquari. «La cultura è un bene primario in sé, e un’ottima carta da giocare per comunicare l’immagine della città. Sicché, abbiamo risposto volentieri all’appello del sindaco che chiedeva di intervenire come partner della mostra sugli Ezzelini. E, certo, non ci fermeremo qui».
Risultato: un nutrito gruppo di imprese bassanesi (con un contributo complessivo di circa 700 milioni) ha aderito al progetto «Adotta una stanza...», legando il rispettivo marchio a una delle sale dell’esposizione; qualcuno ha finanziato i lavori di climatizzazione e di parziale restauro di Palazzo Bonaguro o contribuito alla pubblicazione del catalogo. «Su 15 imprenditori interpellati - precisa il sindaco - 14 hanno immediatamente detto di sì, sborsando sull’unghia 40 milioni».
Dunque, non solo «schei». L’«Ydor», per dirne una, da nove anni sostiene il Centro di educazione permanente, che funziona da un ventennio. I cittadini hanno la possibilità di frequentare un ampio ventaglio di corsi: lingue, antropologia, psicologia, storia della musica, ceramica... «Nell’anno 1999/2000 - racconta Bresolin - i corsisti sono stati 2250».
C’è un’altra iniziativa che la dice lunga sulle «inclinazioni» dei bassanesi. Ne parla Giorgio Pegoraro, assessore alla Cultura e alle attività musicali: «Nel centro storico sorge la seicentesca chiesetta dell’Angelo. Essa funge da punto di riferimento per associazioni, intellettuali, cittadini che hanno idee, argomenti di discussione, proposte culturali da lanciare. Una libera tribuna, insomma. Periodicamente, si svolgono incontri a tema. La media è di ottanta spettatori, per ogni serata». «Lo spazio della chiesetta sconsacrata - aggiunge - viene, inoltre, utilizzato per ospitare mostre di pittori della nostra zona». Di cultura e altro, si chiacchiera molto anche sul mitico ponte. «Esso rimane il ritrovo più gettonato di Bassano», commenta il sindaco.
Due volti: la cittadella dell’istruzione con 6 mila studenti, e 5 mila aziende: un «cantiere» che contribuisce a eventi e restauri. Dopo la mostra sul ’500 veneto, nel 2003 l’omaggio a Canova.
Complimenti a Bassano. Dopo la splendida "Sentieri interrotti" la collezione rinascimentale dell'Ermitage e ora questo. Ho letto che si prepara una mostra su Canova. Se a ciò si aggiungono il fascino della cittadina veneta e lo splendore del museo dei Bassano il quadro è compiuto: Bassano guadagna punti ogni anno. Spero continui anche l'attività intorno all'arte contemporanea e che i sentieri non si siano "interrotti" là: ne vale la pena.
Un segnale forte dalla provincia italiana, un segno che con impegno e il conforto finanziario delle aziende private illuminate si possono fare interessanti progressi.