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Oltre ad ospitare, come di consueto, opere di grandi artisti della gloriosa tradizione veneziana come Tiepolo, Tintoretto o Giorgione, le Gallerie dell’Accademia accolgono in questo tardo autunno una presenza d’eccezione: una mostra di 104 stampe giapponesi, di cui molte uniche al mondo, provenienti dal Museo d’Arte Orientale di Venezia, dal Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e da collezioni private dell’Emilia Romagna. L’evento, presentato lo scorso anno a Bologna, è frutto delle approfondite ricerche e dello studio appassionato di Eiko Kondo, una studiosa già direttrice del Centro Studi d’Arte Estremo Orientale di Bologna, scomparsa nel maggio 2000, a cui questa esposizione è idealmente dedicata.
Le opere, costituite da grafiche singole, dittici e trittici, risalgono al periodo Edo (1600-1868) e provengono dall’area geografica di Osaka, il più grande e prospero porto commerciale del Giappone dell’Ottocento, in cui dalla fine del XVIII alla fine del XIX secolo fiorì un’eccezionale produzione di stampe ukiyo-e (‘le immagini del mondo fluttuante’) raffiguranti gli attori del teatro kabuki nel momento delle loro esibizioni sul palcoscenico, nella vita privata e in immagini commemorative. Le personalità del teatro popolare erano infatti estremamente amate dal pubblico, che le considerava dei veri idoli, ne amava le gesta, i comportamenti eccentrici e la vita lussuosa, copiandone abbigliamento e pettinature, ed esse vennero ritratte da artisti come Yoshitaki, Hirosada, Sadanobu e Hokuei proprio per soddisfare la grande domanda di questo genere di illustrazioni. La varietà e la straordinaria qualità delle xilografie di Osaka, spesso arricchite da preziosi pigmenti metallici, rappresentano uno dei vertici dell’arte incisoria mondiale anche se sono forse meno famose di quelle prodotte a Edo, l’attuale Tokyo, dalla fine del XVI alla fine del XIX secolo da artisti come Utamaro e Hokusai. Le loro caratteristiche sono il realismo nella rappresentazione, la centralità della persona, l’energia della composizione, la freschezza spesso audace della policromia.
L’esposizione, che proseguirà in altre sedi come il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma e il Giappone, oltre che essere l’occasione per avvicinare il grande pubblico ad un’arte poco conosciuta, è un invito a continuare la visita alle collezioni custodite dalla Soprintendenza per il Patrimonio Artistico di Venezia al Museo d’Arte Orientale che, malgrado versi in difficili condizioni di apertura a causa dei lunghi lavori di restauro di Ca’ Pesaro, conserva una delle maggiori collezioni di arte giapponese del periodo Edo esistente in Europa.
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Stefania Portinari
Mostra vista il 13 ottobre 2001
Fino al 6.I.2002
Protagonisti del Palcoscenico di Osaka
Museo delle Gallerie dell’Accademia, Venezia, Campo della Carità, Dorsoduro 1050
mostra a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia
orari di apertura: da martedì a domenica ore 8.15 -19.15, lunedì 8.15-14.00
biglietto d’ingresso £ 12.000, ridotto £. 6.000 fino ai 25 anni (gratuito per ragazzi sotto i 18 anni e adulti oltre i 65). Il biglietto dà diritto alla visita al Museo.
Informazioni tel. 041.5222247 – 5241173 – Sito web www.artive.arti.beniculturali.it,
Catalogo in galleria (bookshop Electa)
(per raggiungere il museo: vaporetto ACTV linea n. 1 – 82 dalla stazione ferroviaria, fermata Accademia)
Museo d’Arte Orientale di Venezia
(Ultimo piano di Ca’ Pesaro) Santa Croce, San Stae, 2070
Da martedì a domenica 8.15-14.00 (ingresso del pubblico ore 9.15-10.15-11.15-12.15-13.15)
Biglietto £. 4.000, € 2,07
(per raggiungere il museo: vaporetto ACTV linea n. 1 da ferrovia, fermata S.Stae)
In occasione della mostra, sabato e domenica alle ore 11.15 visite guidate gratuite grazie all’Associazione Guide Turistiche e agli Assistenti Museali della Soprintendenza di Venezia.
[exibart]