L’istituzione inaugura così una nuova ed interessante attività di indagine e di monitoraggio del panorama artistico attuale che si va ad associare a quella già intensa rivolta alle correnti e figure storiche del ‘900.
E’ un segnale forte, questo, che da un lato testimonia il montare, nel nostro paese, di un nuovo interesse per l’arte contemporanea, sollecitato senza dubbio dalla presenza di un folto gruppo di giovani artisti italiani dalle qualità indiscusse; dall’altro mostra lo sforzo dell’amministrazione della città di Verona che sembra aver intrapreso una politica culturale attenta anche alla contemporaneità. Dalla mostra delle opere della collezione Panza di Biumo nel Palazzo della Gran Guardia appena restaurato (con il programma di incontri e dibattiti) a queste nuove acquisizioni per la galleria d’arte moderna, di proprietà comunale, fino al Premio Koinè, l’amministrazione Sironi si muove oggi su un terreno reso fertile dalla pluridecennale attività di alcune gallerie private di primissimo piano (bastino i nomi storici della galleria dello Scudo e Studio la Città).
Qualche straniero e molti italiani; tra le opere esposte quelle di: Roberto Barni, Matteo Basilé, Vanessa Beecroft, Botto & Bruno, Louise Bourgeois, Claudio Costa, Dormice, Aspassio Haronitaki, Sol Lewitt, Mancino, Jane Phaff, Graziano Pompili, Sergio Ragalzi, Sara Rossi, Cindy Sherman, Ivano Tagetto, Luciano Marasco, Spencer Tunick, Antonio Violetta ed Italo Zuffi.
Oltre alla splendida opera del 1970 di Claudio Costa, un lettino di legno coperto da una tela bianca che cela dei tubi al neon bianchi e che è un tributo alla grande e spregiudicata attrice francese Sarah Bernhardt (1844-1923) ritratta da Toulouse Lautrec e Alphonse Mucha, si segnalano il suggestivo ritratto fotografico di Cindy Sherman (Untitled cs 139 del 1984), il video di Sara Rossi (il noto “Passi” del 1998, il bronzo di Barni e il plotter su alluminio di Basilé dal titolo “Propelling Saint” (2000). Esemplari le opere di B&B e Beecroft.
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gentile lettrice,
su Exibart ci sono tanti di quegli articoli su Botto&Bruno che può ricavarsi da se una scheda su questo interessantissimo duo torinese. Un saluto e continui a seguirci.
a parte la terribile opera dei Dormice, che dipingono sempre peggio e sono sempre più ammiccanti furbastri, la scelta delle nuove acquisizioni privilegia nomi buoni e noti ma spesso esemplari non straordinari della loro produzione (effetto raccolta delle figurine: ce l'ho, manca, questo lo comperiamo per il nome......)- ottime le intenzioni ma la scelta è spesso discutibile, sembra il borsino di flash art.....
vai in triennale
mi interessa l'opera di Botto & Bruno. avete un profilo dei due artisti?